Da una parte abbiamo un casco top di gamma, dall’altra un casco che fa parte di una fascia media, ma con delle soluzioni degne di un top level. Entrambi hanno qualità costruttiva che supera gli standard delle rispettive categorie. Abus AirBreaker e StormChaser sono anche i caschi utilizzati dai pro’.
Con Movistar e Alpecin
Il modello AirBreaker è adoperato da entrambi i team, mentre lo StormChaser lo abbiamo visto indossato dai ragazzi del sodalizio Alpecin-Fenix in più di un’occasione. A questi si aggiunge anche il più aerodinamico Abus GameChanger. Il nostro confronto si focalizza sui due modelli citati in precedenza, che rappresentano un riferimento anche per il consumatore finale. AirBreaker e StormChaser sono diversi tra loro, per tecnica, design e anche posizionamento nel mercato, fattore rappresentato da un costo diverso. Il primo ha un prezzo di listino di 249 euro, il secondo di 149.
AirBreaker, come è fatto?
E’ prima di tutto un casco leggero, che fa collimare una ventilazione ottimale e un’efficacia aerodinamica di altissimo livello. Il disegno arrotondato, combinato con la coda tronca, prende il nome di Multi Position Design e permette di sfruttare un’esposizione ridotta nei confronti dello spazio, frontalmente, lateralmente e con la testa curvata verso il basso. Questo spiega anche la struttura a nido d’ape della parte superiore/posteriore della calotta. L’AirBreaker ha una struttura In-Mold con dei canali interni che distribuiscono l’aria in entrata e agevolano quella calda verso il posteriore. Rappresentano una rastrematura del mold. La calotta EPS è un blocco unico che ricopre anche il perimetro del casco.
Uno scheletro all’interno
La struttura ha un rinforzo interno, una sorta di scheletro (ActiCage Lite) che aumenta la resistenza agli impatti e stabilizza il composto In-Mold. Questa gabbia non è integrata nel modello StormChaser. Il sistema di chiusura si sviluppa grazie alla gabbia posteriore regolabile in altezza e da un rotore micrometrico che agisce sui filler laterali.
Inoltre ci sono le fibbie, piatte, morbide a anti-sfarfallamento. Questo non è un dettaglio secondario che genera anche un maggiore comfort quando ci sono temperature da canicola. Le imbottiture interne hanno gli spessori differenziati e sono più scaricate nella parte superiore dove l’accumulo di sudore e calore sono maggiori.
Il retro del modello AirBreaker (foto Sara Carena) Il posteriore dello StormChaser (foto Sara Carena) Anche internamente le diversità sono facilmente identificabili I due modelli a confronto, le differente in fatto di shape sono evidenti
StormChaser, come è fatto?
In un certo senso è il casco che non ti aspetti. Il suo comfort, il fitting e la cura dei dettagli, la qualità del prodotto in genere, vanno ben oltre la media della categoria e riprende alcune soluzioni di pregio adottate per l’AirBreaker. Rispetto al precedente è leggermente più spigoloso nelle forme, con delle linee più marcate. Mantiene comunque una sorta di fil rouge aerodinamico che lo accosta al fratello maggiore.
Non presenta la struttura micro-forata sulla calotta, ma ha 7 asole di entrata dell’aria, allungate a ben disposte e 16 totali in uscita, tra laterali e posteriori. Inoltre le asole frontali agevolano l’asciugatura delle imbottiture, proprio grazie alla loro disposizione. I canali laterali danno modo di inserire le aste degli occhiali. Nonostante una calzata tonda e profonda, il casco non scende eccessivamente sopra le orecchie e non copre l’orizzonte; anche la sicurezza ne guadagna. Il sistema di ritenzione è il medesimo e trovare le fibbie piatte in un casco di questo segmento non è cosa scontata.
Le nostre considerazioni
Le performances elevate da parte di un casco come AirBreaker è un qualcosa che ci si aspetta, perché è un top di gamma ed è un casco che si presenta con una elevata tecnicità. E poi è davvero confortevole. Colpisce in modo positivo Abus StormChaser, superiore alla media sotto ogni punto di vista. Per finiture, perché il sistema di chiusura è comune ai top di gamma Abus. La calotta EPS copre il mold anche nella zona del perimetro. La longevità del casco si dilata. Per la qualità della calzata, che nella zona interna non presenta protuberanze e zone di pressione, oltre a collimare con la chiusura perimetrale che non da mai la sensazione di schiacciare sulla testa. E poi c’è quel design moderno, più schiacciato verso l’anteriore, rialzato sopra e con la coda tronca, sempre bello da vedere indossato.
Le fibbie antisfarfallamento
Quante volte ci siamo infastiditi per le fibbie che stringono troppo, o troppo poco. Sono dure e non troviamo la giusta regolazione, oppure troppo morbide e si allentano continuamente, oppure continuano a sbacchettare contro il viso. Oppure hai dei divisori in plastica grandi e fastidiosi. Abus AirBraker, StormChaser e anche GameChanger hanno le fibbie piatte e morbide. Non ci sono inserti in plastica nel mezzo, solo il terminale per la chiusura. Lo sfarfallio è pari a zero, comunque minimo e impercettibile quando si pedala anche ad alta velocità. Inoltre il materiale non accumula sudore e umidità.
In conclusione
Il rapporto tra la qualità ed il prezzo dei due caschi Abus è ottimale. AirBreaker è un casco race top di gamma e per questo motivo deve trovare la corretta interpretazione ed approccio. Potremmo dire che rispetto a molti pari categoria è più leggero, perché 210 grammi nella taglia M sono pochi e nulla è lasciato al caso. StormChaser è un gran bel prodotto, che grazie al suo design aggressivo va ad accontentare una schiera più ampia di potenziali utenti che vogliono spendere qualcosa in meno ed avere un casco qualitativamente eccellente. Inoltre il valore alla bilancia, a parità di taglia è praticamente il medesimo, pochissimi i grammi di differenza.