A Treviso l’UCI Region Bike Label, un lavoro di squadra

01.02.2025
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La Provincia di Treviso si è fregiata dell’UCI Bike Region Label, un riconoscimento consegnato dal presidente UCI Lappartient al presidente provinciale della FCI di Treviso, Giorgio Dal Bò. La cerimonia si è svolta ad Abu Dhabi lo scorso dicembre ed ha riconosciuto alla Marca Trevigiana una sorta di qualifica “bike-friendly di eccellenza” in virtù degli sforzi che sono stati profusi in ambito cicloturistico, sportivo e di sicurezza stradale. Eccellenza, perché solo 28 località nel mondo possono vantare tale riconoscimento: 15 città (UCI Bike City Label) e 13 regioni (in Italia, prima di Treviso, solo la Val di Sole).

«E’ un traguardo frutto di un grande lavoro di squadra – spiega Giorgio Dal Bò, presidente provinciale della FCI di Treviso – raggiunto anche grazie all’organizzazione, nel 2023, del Campionato del mondo Gravel. Il nostro prossimo obiettivo sarà invitare il presidente David Lappartient per fargli vivere qualche giorno nei nostri luoghi incantevoli».

La delegazione veneta presente ad Abu Dhabi, guidata dal Presidente provinciale FCI, Giorgio Dal Bò (al centro)
La delegazione veneta presente ad Abu Dhabi, guidata dal Presidente provinciale FCI, Giorgio Dal Bò (al centro)

Il ruolo di Daniela Isetti

Un ruolo di primo piano l’ha avuto Daniela Isetti che, oltre a far parte del Consiglio dell’Unione Ciclistica Internazionale, è esponente della Commissione “Ciclismo per tutti e ciclismo sostenibile”, sempre in seno all’UCI.

«Questa Commissione di cui faccio parte – spiega – lavora su argomenti legati alla sostenibilità, alla mobilità alternativa, al turismo sportivo, all’educazione dei bambini. Insomma, a tutti quegli argomenti che oggi rappresentano per il mondo del ciclismo un valore aggiunto. Qualche anno fa è stata istituita questa etichetta che viene assegnata dopo la presentazione di un progetto».

Qual è la prassi che porta a riconoscere l’UCI Bike Region Label a chi presenta tale progetto? 

Il percorso di approvazione e quindi di assegnazione di questa etichetta nasce all’interno della Commissione. Essa analizza i progetti presentati, segnala al Consiglio Direttivo dell’UCI le città meritevoli ad essere premiate con essa e il Consiglio Direttivo dell’UCI poi approva o meno le varie proposte. 

Daniela Isetti
Daniela Isetti è un membro del Consiglio dell’Unione Ciclistica Internazionale
Daniela Isetti
Daniela Isetti è un membro del Consiglio dell’Unione Ciclistica Internazionale
Come si è arrivati a Treviso?

Conoscendo la realtà di Treviso, molto legata a dinamiche che fanno riferimento al turismo sportivo, era stato proposto loro di iniziare questo tipo di percorso. Al Comitato Provinciale di Treviso della Federazione. Quindi a Giorgio Dal Bò. Si è poi creato un gruppo di lavoro con Nicolò Valentini e Antonella Stellitano, assieme ad altri componenti.

Qual è stato il suo ruolo?

Ho supervisionato il loro operato, anche in virtù del mio collegamento con la Commissione  che poi ha valutato il progetto. Tra l’altro Treviso è stata insignita del riconoscimento assieme a Tokyo, per cui parliamo di un livello qualitativo estremamente importante. 

Quali sono i criteri che occorre rispettare per ottenere il Label?

La progettualità deve mettere in luce gli investimenti che vengono fatti per la mobilità alternativa. Piste ciclabili. Investimenti sul turismo sportivo. Su politiche che tendono a far aumentare l’uso della bicicletta tra i giovani, tra la popolazione… Quindi sono diverse progettualità che devono dimostrare come la bicicletta rappresenti per un territorio un elemento di sviluppo. Uno degli elementi che comunque l’UCI chiede è anche di avere organizzato degli eventi a carattere internazionale. Nel caso di Treviso, l’elemento che ha sancito la perfetta presentazione di tutto il dossier è stata l’organizzazione del Campionato Mondiale Gravel UCI nel 2023.

David Lappartient, a capo dell’UCI dal 2017, ha consegnato il Bike Region Label alla Provincia di Treviso
David Lappartient, a capo dell’UCI dal 2017, ha consegnato il Bike Region Label alla Provincia di Treviso
Ci sono altri elementi di merito che la Provincia di Treviso ha potuto giocarsi?

Uno dei punti di forza è stato il mettere in evidenza come la storia del ciclismo si ripercuote con un progresso che vede il ciclismo non più solo come elemento agonistico, ma anche come elemento territoriale. Inoltre è stato messo in evidenza come il ciclismo e la bicicletta rappresentano per il territorio un elemento economico importante, un volano per tutta l’economia, basti pensare all’esempio di Pinarello. 

Da qui in avanti cosa si può prospettare?

Per il futuro la Commissione “Ciclismo per tutti”, come sempre fa, organizzerà dei webinar riservati alle città che costituiscono questo network importantissimo, mettendole nelle condizioni di crescere e di fare scambio di esperienze. Quindi ci sarà prossimamente un webinar che interesserà sia Treviso che Tokyo, ma ovviamente aperto a tutte le realtà, per iniziare un percorso di condivisione. Con il Comitato Provinciale di Treviso si ragionava anche della possibilità di ospitare in futuro il forum delle città ciclabili che si è tenuto a fine 2024 ad Abu Dhabi e che quest’anno si svolgerà a Copenhagen.

L’occasione del premio è stata un’opportunità per far conoscere il territorio trevigiano negli Emirati Arabi
L’occasione del premio è stata un’opportunità per far conoscere il territorio trevigiano negli Emirati Arabi

Una Provincia su due ruote

La provincia di Treviso vanta ben 2.715 km di piste ciclabili, con l’obiettivo di aumentarle del 7% all’anno, puntando a 2.904 km entro il 2025. Oltre a potenziare la sua rete ciclabile urbana, Treviso sta promuovendo attivamente il ciclismo per il tempo libero con 11 percorsi dedicati al cicloturismo e 20 sentieri per fuoristradisti.

E poi non si può non ricordare la presenza sul territorio di marchi che hanno fatto la storia del ciclismo come Pinarello, Sidi e Selle Italia radicati nella forte tradizione manifatturiera della regione. Questa tradizione è un aspetto fondamentale della cultura locale che può vantare oltre 130 anni di storia ciclistica. L’industria stessa contribuisce in modo significativo all’economia, con quasi 130 aziende del settore, sparse nella provincia trevigiana.

E, per concludere, si attende da anni il completamento del velodromo di Spresiano, previsto nel 2026, capace di ospitare eventi su pista di primissimo livello…

MyWhoosh, la piattaforma virtuale partner dell’UCI

01.02.2024
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ABU DHABI (Emirati Arabi Uniti) – MyWhoosh ha siglato un accordo triennale (2024, 25 e 26) con l’UCI in qualità Official Partner per i Campionati del Mondo su strada. E’ un accordo storico che vede un’azienda di e-sports come promotore del ciclismo nelle sue varie forme.

Non basta. Il 26 ottobre verrà assegnata la prima maglia di campione del mondo E-Sports in presenza, proprio ad Abu Dhabi. Vediamo cosa rappresentano MyWhoosh ed il ciclismo virtuale attraverso le considerazioni di David Lappartient Presidente dell’UCI), Michael Rogers (ex corridore, ora a capo del settore innovazione e e-sports dell’UCI) e Matthew Smithson (manager di MyWhoosh).

La finale del Mondiale E-Sports sarà ad Abu Dhabi in presenza
La finale del Mondiale E-Sports sarà ad Abu Dhabi in presenza

MyWhoosh, virtual cycling solution

MyWhoosh è una piattaforma di ciclismo virtuale che prende forma nel 2019. E’ molto utilizzata negli Emirati Arabi Uniti (dove nasce e dove è quasi impossibile pedalare outdoor in estate), in Australia e nell’Europa Centrale e del Nord (meno in quella latina). E’ giovane, in costante aggiornamento ed evoluzione e beneficia di un enorme plafond di risorse. Rientra in quel gruppo di aziende supportate dal Ministero dello Sport di Abu Dhabi ed è inoltre sostenuta da investitori privati.

Il marchio MyWhoosh è famoso e riconosciuto (anche da chi è distaccato dal ciclismo virtuale) perché è uno degli sponsor principali del Team UAE-Emirates. Il team di ricerca e sviluppo ha uno staff proveniente da varie parti del mondo, un aspetto voluto che ha l’intento di mettere insieme le diverse esigenze dei praticanti. Uno degli obiettivi di MyWhoosh è quello di ridurre il gap tra il ciclismo tradizionale e quello pedalato tra le mura di casa su uno smart-trainer. Questo è possibile grazie ad immagini vicine alla realtà con disegni e concetti proprietari, alla replica di percorsi e gare che hanno fatto la storia del ciclismo. Inoltre, l’accesso e l’utilizzo della piattaforma MyWhoosh è completamente gratuito.

MyWhoosh è la piattaforma virtuale ufficiale e regolamentata UCI
MyWhoosh è la piattaforma virtuale ufficiale e regolamentata UCI

Ciclismo virtuale gratuito

«MyWhoosh è una piattaforma free, completamente gratis – afferma Matthew Smithson, manager MyWhoosh – e accessibile a tutti. Ovviamente non posso dire se tra 20 e più anni sarà ancora così, ma la volontà è che resti gratuita. Fa parte di un processo di sviluppo che vuole portare il ciclismo ovunque e rendere il nostro sport accessibile a tutto il mondo.

«Non è difficile pensare che il Covid sia stato un boost notevole per il ciclismo in genere – prosegue Smithson – perché anche grazie al mondo virtuale, molte persone si sono avvicinate alla bicicletta. L’accordo siglato con l’UCI (di cui Smithson è uno dei promotori, ndr) è un ulteriore passo in avanti del ciclismo virtuale e del ciclismo in genere».

Akhtar Saeed Hashmi (MyWhoosh CEO) e David Lappartient firmano lo storico accordo
Akhtar Saeed Hashmi (MyWhoosh CEO) e David Lappartient firmano lo storico accordo

L’etichetta di UCI bike friendly

«Quello che è stato fatto ad Abu Dhabi a favore del ciclismo è qualcosa di impressionante», dice David Lappartient, presidente UCI ed intervenuto per presenziare allo storico accordo tra MyWhoosh e l’UCI. «Negli ultimi 4 anni il ciclismo è cresciuto in modo esponenziale e una realtà come questa di Abu Dhabi è la conferma. Qui si svolgeranno i campionati del mondo su strada nel 2028, abbinati all’assegnazione delle maglie UCI Granfondo.

«Nel 2029, sempre Abu Dhabi – prosegue Lappartient – sarà protagonista dei Mondiali su pista grazie alla costruzione del nuovo velodromo. Il ciclismo deve la sua notorietà attuale a campioni del calibro di Pogacar, Van Der Poel, solo per fare due esempi. In questo processo è coinvolto anche il ciclismo virtuale che è una vera e propria chiave di accesso».

Michael Rogers e Matthew Smithson
Michael Rogers e Matthew Smithson

Ciclismo virtuale e talenti

«Durante il periodo Covid il ciclismo è stato uno dei pochi sport che non si è fermato – ci racconta Rogers, responsabile del settore innovazione e tecnologia UCI – e questo è stato possibile grazie alle piattaforme virtuali. E’ vero che l’indoor non è il ciclismo nel suo ambiente tradizionale, ma è altrettanto vero, e nessuno lo può negare, che proprio il ciclismo indoor di oggi, ci permette di scoprire talenti. Jay Vine è solo la punta dell’iceberg, atri ne arriveranno.

«In UCI crediamo molto nell’ulteriore crescita del virtual cycling, come veicolo di promozione del ciclismo in genere, con la volontà di portarlo alle Olimpiadi. Riteniamo questo un sogno realizzabile ed è anche per questo motivo che per la prima volta, il prossimo 26 ottobre ad Abu Dhabi verrà assegnata la prima maglia di Campione del Mondo E-Sports in presenza. Dobbiamo entrare nell’ottica che gli e-sports fanno parte del modo di vivere delle nuove generazioni, che il mondo virtuale è un’opportunità e non un ostacolo. Che piaccia oppure no è un aspetto con il quale ci dobbiamo confrontare».

Pogacar tra Giro, Tour, mondiale e la nostalgia di casa

26.01.2024
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ABU DHABI (Emirati Arabi Uniti) – Trovarsi di fronte Tadej Pogacar per caso e rubare 3 minuti del suo tempo. A volte capita anche questo e come è facile immaginare, non ci siamo fatti scappare l’occasione.

Il Giro d’Italia, la passione per la bici, ma senza essere maniaco. La tripletta dei tre grandi Giri? Per ora non è neppure un sogno nel cassetto.

Un 2024 parecchio intenso per Pogacar, che debutterà alla Strade Bianche
Un 2024 parecchio intenso per Pogacar, che debutterà alla Strade Bianche
Finalmente ti vedremo al Giro d’Italia! Hai già puntato qualche tappa in particolare?

In realtà ho sempre desiderato di fare il Giro e questo è il momento giusto per esserci. Per quanto riguarda le tappe, abbiamo iniziato adesso ad entrare nel dettaglio del percorso. Quindi è difficile essere precisi in questo momento. Quello che posso dire è che ci saranno diverse frazioni impegnative e in diversi momenti, dall’inizio alla fine.

La scelta di essere al Giro potrebbe condizionare la tua prestazione al prossimo mondiale?

Per il mondiale è necessario capire come andrà la stagione. L’accoppiata Giro e Tour deve essere gestita e saranno anche le mie gambe a parlare. Vorrei esserci, questo è sicuro, ma prima di tutto voglio fare bene al Giro.

Pogacar tra i vertici dello sport di Abu Dhabi e dell’UCI
Pogacar tra i vertici dello sport di Abu Dhabi e dell’UCI
E invece in ottica Olimpiadi?

Non è il tracciato più adeguato alle mie caratteristiche. Il calendario di gare che abbiamo costruito non ruota attorno alle Olimpiadi. Nel 2024 gli obiettivi saranno Giro, Tour e mondiale.

Hai mai pensato alla tripletta Giro, Tour e Vuelta?

Ad oggi no, mai dire mai, ma non è tra le priorità.

Come sarà guardare gli altri competere nella prima parte di stagione?

Devo entrare nell’ottica e di sicuro è una cosa nuova per me, anche se l’inizio del mio programma di gare non è poi così lontano. Sarò comunque molto impegnato con una preparazione diversa dagli altri anni e con le ricognizioni.

Ti piace allenarti simulando la gara?

Si, mi piace la simulazione della gara durante l’allenamento e la sfida con i miei compagni. Se fatto nella giusta maniera è uno step che ti aiuta anche nell’approccio alla competizione vera e propria.

Lo sloveno, sempre attento alla sua bicicletta
Lo sloveno, sempre attento alla sua bicicletta
Nei giorni scorsi ti sei allenato con Van Der Poel? Una coincidenza?

Siamo buoni amici, ci scriviamo spesso, ma l’incontro durante il training camp è stato pura coincidenza, ci siamo incontrati per strada.

Quanto sei maniaco con la bici e con il materiale in genere?

Mi piace la bici, sono un appassionato di tecnica e di tutto quello che utilizziamo. Non mi definisco un maniaco, però mi piace provare e pensare a cose nuove, a soluzioni che possono dare quel qualcosa in più.

A tuo parere i materiali di oggi portano dei vantaggi?

Portano dei vantaggi per quanto riguarda un incremento e un miglioramento generale delle prestazioni, ma ritengo che nel World Tour siamo tutti ad un livello simile. Qualche team ha un abbigliamento più performante, altri hanno delle ruote più veloci, ma la realtà è che siamo tutti ad un livello altissimo.

Un ragazzino, difficile vedere Pogacar senza il sorriso
Un ragazzino, difficile vedere Pogacar senza il sorriso
Hai mai utilizzato i rulli per fare degli allenamenti indoor?

Sì certo, nel periodo del Covid era l’unico modo possibile di allenarsi in modo adeguato con l’obiettivo di mantenere uno stato di forma ottimale. Uno dei nostri sponsor è MyWhoosh e in quel periodo abbiamo provato anche diverse soluzioni poi utilizzate in seguito per la piattaforma.

Quale è la parte più difficile del mestiere del corridore?

Siamo fortunati e mi ritengo molto fortunato, ma come tutti i lavori dei sogni anche il ciclismo professionistico ha i suoi lati discutibili. Talvolta mi pesa stare lontano da casa e dalla famiglia per lunghi periodi. Questa è la parte del mio lavoro che mi pesa di più.

UAE in trasferta: tra social ride, premiazioni e futuro

15.11.2023
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Il mese di ottobre è stato quello dedicato ai sempre più gettonati team building. Momenti dove le squadre si incontrano, ancora in maniera “informale”, lontane quindi da allenamenti e ritiri. Non si pensi però che queste occasioni siano meno impegnative lavorativamente parlando, soprattutto per quanto riguarda lo staff. E’ stato così anche per UAE Team Emirates e UAE Team ADQ che hanno passato una settimana negli Emirati Arabi per pianificare il prossimo futuro. 

Per il sociale

Tra i membri dello staff presenti al team building di Abu Dhabi c’era anche Simone Casonato, coach della UAE Team ADQ. Insieme a lui entriamo nella settimana di lavoro del team, piena di impegni anche lontani dalla bici. 

«E’ un’occasione che si è creata anche l’anno scorso – racconta – e permette allo staff e ai corridori di ricompattarsi. E’ un modo per incontrare anche quella parte del team che lavora ad Abu Dhabi e che solitamente non si incontra in corsa. Sul territorio emiratino lavora un team composto da 15 persone, i quali studiano anche dei modi per far crescere il ciclismo nel Paese. Un’iniziativa, svolta in quei giorni, e mirata proprio a questo, è stata una Social Ride partita dal Colnago Cafè di Abu Dhabi. La sera c’è stata una cena sempre al Colnago Cafè insieme allo staff dell’azienda che lavora negli Emirati.

«Si è trattata di una settimana intensa – prosegue – dove si è presentata la nuova struttura per il 2024. Molti corridori arrivavano direttamente dalle corse in Cina e c’erano anche quelli che l’anno prossimo faranno parte del team. I responsabili hanno dato un’introduzione generale all’organigramma. Una novità interessante sarà quella della nuova head of sport del team UAE Team ADQ: Cherie Pridham».

Alcuni atleti tornavano direttamente dalle corse in Cina, come Chiara Consonni
Alcuni atleti tornavano direttamente dalle corse in Cina, come Chiara Consonni

Visite e attività

La ripartenza, lontana ancora dalle solite località dove si costruisce la gamba in vista della stagione che verrà, ha riguardato anche attività diverse. 

«Chiaramente abbiamo avuto modo di visitare alcuni luoghi di interesse – prosegue Casonato – come la Gran Moschea dello Sceicco Zayed ed altri siti sul territorio. Si tratta di un modo per far scoprire e conoscere meglio ai corridori e allo staff la cultura e i valori del Paese che il team rappresenta e viceversa. Abbiamo iniziato a fare anche le prime attività, la mattina intervenivano degli ospiti per proporre attività di sviluppo.

«E’ una cosa che abbiamo fatto anche negli anni passati, questa volta gli ospiti erano due ed hanno parlato di come sviluppare le abilità motivazionali e relazionali. Aspetto importante per degli atleti che devono lavorare costantemente a contatto e dove il risultato di uno dipende molto anche dagli altri. Nel 2022, per esempio, era intervenuto un consulente irlandese che aveva parlato di creatività».

Celebrare il 2023

Il ritrovo ad Abu Dhabi è servito anche per rendere omaggio ai numerosi successi della stagione appena conclusa. Un 2023 che ha visto il team maschile aggiudicarsi il primo posto del ranking UCI. 

«C’è stata una cena – racconta ancora coach Casonato – per festeggiare il primato nel ranking UCI. Ha preso parte all’evento anche il presidente del team: Matar Al Yabhouni. E’ stato un bel momento che lo ha visto protagonista, ho avuto modo di parlarci e devo ammettere che ho trovato una persona molto simpatica e alla mano. Ha parlato molto con i corridori ed è un vero appassionato di ciclismo, anche di cavalli, è una persona davvero disponibile.

«E’ stata una settimana intensa – conclude – ma non abbiamo ancora affrontato i programmi di lavoro e di allenamento. Il 2024 sarà sicuramente un anno impegnativo, perché con le Olimpiadi ci saranno da calibrare bene i carichi di lavoro e gli obiettivi stagionali. Ma per questo avremo modo di parlarne al ritiro di dicembre».

Lo stile Colnago ora è di casa a Abu Dhabi

28.10.2022
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Colnago si conferma uno dei brand italiani più riconosciuti e apprezzati al mondo, sinonimo da sempre del Made in Italy più autentico. Una nuova pagina della sua ricchissima storia è stata scritta nei giorni scorsi negli Emirati Arabi Uniti grazie all’inaugurazione del Colnago Abu Dhabi, il primo flagship store di casa Colnago.

Non stiamo parlando di un negozio tradizionale, ma di qualcosa di diverso e unico. Un luogo che unisce la storia del marchio all’innovazione presente nei modelli attuali, capaci di trionfare nelle corse più importanti del calendario ciclistico mondiale. Tutto ciò ora è presente in un ambiente che unisce eleganza e modernità.

Il nuovo store si trova all’interno dell’isola di Hudayriyat, caratterizzata da ben 40 chilometri di piste ciclabili illuminate. La scelta della location non è stata quindi casuale. Il nuovo flagship store mira infatti a diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati di ciclismo che abitano ad Abu Dhabi e non solo.

Alla inaugurazione erano presenti anche Tadej Pogacar e Safiya Al Sayegh
Alla inaugurazione erano presenti anche Tadej Pogacar e Safiya Al Sayegh

I campioni Colnago

L’inaugurazione del Colnago Abu Dhabi è avvenuta lo scorso 21 ottobre alla presenza dei campioni del brand lombardo. Stiamo parlando naturalmente degli atleti dell’UAE Team Emirates e dell’UAE Team ADQ. Le due formazioni si sono ritrovate a Abu Dhabi per una sorta di “rompete le righe” di fine stagione e hanno approfittato dell’occasione per vedere il nuovo flagship store. Non poteva mancare Tadej Pogacar, il due volte vincitore del Tour de France e dell’ultimo Il Lombardia. Con lui Juan Ayuso, reduce dal terzo posto alla Vuelta, Matteo Trentin e Joao Almeida. Per la UAE Team ADQ era presente Yousif Mirza, insieme a Sofia Bertizzolo, Laura Tomasi, Eugenia Bujak e Safiya Al Sayegh.

A destra di Mauro Gianetti c’è Nicola Rosin, Amministratore Delegato del brand
A destra di Mauro Gianetti c’è Nicola Rosin, Amministratore Delegato del brand

Non solo bici

Il nuovo Colnago Abu Dhabi si sviluppa su due piani che ospitano, accanto ai nuovi modelli, un’esposizione di alcune biciclette che hanno fatto la storia del brand di Cambiago. Per permettere al cliente di vivere una esperienza autentica, sono state previste installazioni tecnologiche avanzate, tra cui uno schermo scorrevole che ricostruisce la storia dei modelli storici del brand lombardo. E’ stato inoltre previsto un configuratore tridimensionale su schermo di 4,8 x 2,7 metri per progettare la propria bici e un sistema di montaggio bici all’avanguardia.

Colnago è anche cultura e per questo motivo all’interno del nuovo flagship store di Abu Dhabi è presente una serie unica di opere d’arte contemporanea, interamente progettata dall’architetto d’interni spagnolo Pablo Paniagua e dal suo team.

Il nuovo Colnago Abu Dhabi vuole soprattutto essere un luogo di incontro dove passare del tempo scegliendo la propria bici oppure anche scambiare due chiacchere parlando di ciclismo, magari bevendo un buon caffè italiano. Ecco allora il primo Colnago Caffè al mondo, una caffetteria dove i visitatori possono degustare piatti della cucina italiana e seguire le gare più importanti su un maxischermo dedicato.

Questo l’interno dello store nato ad Abu Dhabi
Questo l’interno dello store nato ad Abu Dhabi

L’essenza di Colnago

All’inaugurazione del Colnago Abu Dhabi era presente Nicola Rosin, Amministratore Delegato di Colnago, oltre ai soci dell’azienda. E’ stato lo stesso Rosin a sottolineare con un suo intervento quanto il nuovo flagship store rappresenti nel migliore dei modi l’essenza del marchio Colnago.

«Colnago è più di un marchio di biciclette, questo negozio è stato pianificato e progettato per mostrare il nostro ricco patrimonio di cui siamo orgogliosi. Ci auguriamo che avere questo spazio fisico in una città in rapida crescita aiuterà a soddisfare le esigenze degli appassionati di ciclismo ad Abu Dhabi, consentendo loro di sperimentare in prima persona i prodotti che ci hanno reso famosi nel mondo del ciclismo».

Colnago

Emirati, ultima tappa: festa per Ewan e Pogacar

27.02.2021
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«Siamo venuti negli Emirati per vincere una tappa – sorride dopo l’arrivo Caleb Ewan – e ne era rimasta solo una. Avevo un po’ di pressione addosso, perciò quando ho tagliato il traguardo mi sono sentito sollevato. In tutta la mia carriera, non ero mai arrivato così avanti nell’anno senza vittorie, ma è anche vero che questa era la mia prima corsa. Ho grandi progetti per quest’anno e la vittoria mi aiuterà a costruire la mia fiducia in vista delle prossime gare in Europa».

Il piccolo folletto australiano della Lotto Soudal ha vinto la 7ª tappa dello Uae Tour, che per i velocisti era diventata l’ultima spiaggia, piegando quel Sam Bennett che ne aveva già vinte due.

Il gruppo sfila davanti alla Grande Moschea Sheikh Zayed
Il gruppo sfila davanti alla Grande Moschea Sheikh Zayed

Settimana di fuoco

Finisce così in archivio il terzo Uae Tour, dopo una tappa niente affatto banale a causa dei ventagli e di qualche caduta di troppo, a capo di una settimana che ne ha viste di tutte i colori. La partenza sprint di Mathieu Van der Poel, che non ha fatto in tempo ad abbassare le braccia, che la sua squadra è stata fermata per una positività al Covid. Poi la cronometro, con la grande prestazione di Ganna e la caduta rovinosa di Antonio Tiberi, costretto al ritiro. I duelli in salita fra Yates e Pogacar, con il primo mai stato in grado di staccare il secondo, pur avendolo messo a dura prova. Gli scatti di Nibali al secondo arrivo in salita. I segnali di Nizzolo e Viviani, ciascuno dei due in ripresa da stop imprevisti ed entrambi arresi a Sam Bennett. Infine la volata di Caleb Ewan.

Cade anche Adam Yates, che però rientra e salva il 2° posto
Cade anche Adam Yates, che però rientra e salva il 2° posto

Pogacar crescerà

«C’è stato un momento di nervosismo – racconta Pogacar, parlando dei ventagli e delle cadute di giornata – in cui il gruppo si è rotto, ma io avevo attorno la mia squadra e sono riuscito a controllare e per fortuna quel tentativo non è andato all’arrivo. Quando è caduto Yates ci siamo rialzati, è nella nostra natura di ciclisti farlo. E’ stata davvero una brutta caduta, era giusto aspettarlo. A nessuno piace cadere.

«Questo è davvero un grande risultato – aggiunge Pogacar – era il mio primo obiettivo della stagione e la mia prima vittoria nella gara di casa, quindi è stato davvero importante e sono felicissimo. La mia squadra e i miei compagni di squadra hanno fatto un ottimo lavoro e abbiamo vinto. Questo è uno dei nostri migliori risultati. Tornerò di sicuro negli Emirati Arabi Uniti, ma ora pensao a fare del mio meglio nelle prossimee corse, a partire da Strade Bianche».

Il giovane vincitore, già re dell’ultimo Tour de France, ha corso ancora una volta con grande astuzia. Quello che colpisce, cercando di osservarlo meglio, è quanto sia davvero ancora in pieno sviluppo. Lui come pure Evenepoel. Entrambi lontani dalla benché minima definizione muscolare, lasciando trasparire margini ancora importanti che nessuno al momento ha voglia di raggiungere.

Tadej Pogacar, 2° nel 2020, conquista così la corsa degli Emirati
Tadej Pogacar, 2° nel 2020, conquista così la corsa

Almeida e i ventagli

Come era già successo il primo giorno, nell’ultima tappa il gruppo si è rotto a 50 chilometri dall’arrivo e questa volta nella parte posteriore è rimasto il terzo della classifica, lo stesso Joao Almeida che aveva stupito al Giro d’Italia. Ma il bello di avere al proprio fianco una squadra come la Deceuninck-Quick Step è che tanto sono forti a complicare la vita per gli altri, quanto lo sono per rivolvere le situazioni spinose. Il team infatti si è messo davanti e ha dato vita a un frenetico inseguimento che si è concluso dopo una decina di chilometri.

«Iniziare la stagione con il piede giusto – dice Almeida – è sempre bello, qualcosa che ogni corridore desidera. Sono davvero soddisfatto del risultato e della gara che abbiamo fatto. Due vittorie di tappa con Bennett e tre di noi nella top 10 è fantastico. E oggi devo ringraziarli ancora tutti per tutto il loro aiuto e lavoro. Finire terzo in una corsa di questo livello è un risultato che solleva il morale, che porterò nelle gare di marzo».

Uae Tour, si comincia. Parola ai campioni

21.02.2021
5 min
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Dopo le corse di inizio in Francia che hanno portato alla ribalta gli italiani e su tutti un Filippo Ganna già in forma (in apertura con Vincenzo Nibali), il WorldTour accende i motori con lo Uae Tour, in un luogo che di motori si nutre: il circuito di Yas Marina ad Abu Dhabi, dove Rcs Sport ha radunato una bella fetta dell’elite mondiale del ciclismo.

La corsa

Lo Uae Tour 2021 inizia proprio oggi e propone 7 tappe, con la conclusione il 27 febbraio, sabato prossimo, ad Abu Dhabi.

1ª tappa (21/2)Al Dhafra Castle-Al Mifrakm 176
2ª tappa (22/2)Al Hudayrat Island (crono individuale)km 13
3ª tappa (23/2)Strata Manifactoring-Jebel Hafeetkm 166
4ª tappa (24/2)Al Marjan Island-Al Marjan Islandkm 204
5ª tappa (25/2)Fujara Marine Club-Jebel Jaiskm 170
6ª tappa (26/2)Deira Island-Palm Jumeirahkm 165
7ª tappa (27/2)Yas Mall-Abu Dhabikm 147

In questo percorso piuttosto variegato, spiccano la crono del secondo giorno e due arrivi in salita: il terzo giorno a Jebel Hafeet (salita di 10 chilometri con punte all’11%, conquistata lo scorso anno da Adam Yates) e il quinto a Jebel Jais (interminabile salita di 21 chilometri fino a quota 1.491).

I campioni

I corridori si sono fatti trovare pronti: in un momento così confuso del calendario, avere una corsa garantita non era un’occasione da lasciar passare inosservata. Tanto più che, essendo quella in cui lo scorso anno si registrarono i primi casi Covid del ciclismo, le misure sono strettissime.

Presenti all’appello dunque tutte le squadre WorldTour più la avente diritto Alpecin Fenix di Mathieu Van der Poel, passato in un battito di ciglia dalla stagione gelida del cross alle temperature ben più calde degli Emirati, dopo un passaggio in Spagna al ritiro del team.

Che cosa hanno detto i campioni presenti? Andiamo a leggere una carrellata delle loro dichiarazioni.

Adam Yates, ora alla Ineos, proverà a ripetere il successo 2020
Adam Yates proverà a ripetere il successo 2020

Yates, problema crono

«Proverò a ripetere la mia vittoria dell’anno scorso – dice il britannico della Ineos Grenadiers – mi sono sentito bene in allenamento, ma non è mai come correre. La squadra mi sta supportando e abbiamo alcune alternative, con Ivan Sosa che ha appena vinto il Tour de La Provence. Ci sono buoni scalatori con me in squadra, ma la crono non mi favorisce proprio. Faremo del nostro meglio proprio quel giorno per capire quali ambizioni sarà giusto avere».

Lo sguardo dello Squalo lascia trasparire serenità
Lo sguardo dello Squalo lascia trasparire serenità

Nibali, prove di salita

«E’ importante essere qui – dice Nibali molto rilassatosono uscito dall’Etoile de Bessèges in buone condizioni. Sono venuto per misurarmi con gli altri scalatori. Questa gara può darmi le risposte che cerco in termini di forma fisica in vista dei miei prossimi appuntamenti importanti: la Tirreno-Adriatico e anche più tardi il Giro d’Italia».

Diretto dalla California, Chris Froome appare di buon umore
Chris Froome appare di buon umore

Froome ha recuperato?

«Sono molto eccitato – dice Froome evidentemente ispirato – di iniziare la mia stagione qui negli Emirati Arabi Uniti, dove riceviamo sempre un caloroso benvenuto. Non vedo l’ora di correre. Ho trascorso un buon inverno in California per recuperare le mie debolezze e la mia riabilitazione è decisamente più completa rispetto allo scorso anno. Non sono qui per vincere, si tratta solo di tornare a correre. Abbiamo una squadra forte con Ben Hermans, può essere lui il nostro uomo di classifica».

Il vincitore del Tour, Pogacar, al via della stagione delle conferme
Il vincitore del Tour al via della stagione delle conferme

Pogacar “punta”

«Penso di essere sempre lo stesso corridore anche dopo aver vinto il Tour de Franceracconta Pogacar – ho la stessa motivazione, la stessa attenzione e gli stessi obiettivi quest’anno. Lo UAE Tour è un evento davvero importante per il nostro team, in quanto è la gara di casa. Siamo rimasti un po’ delusi di finire solo secondi l’anno scorso, ma questa volta abbiamo un’altra possibilità. Durante il nostro training camp ad Al Ain, ho pedalato sullo Jebel Hafeet un paio di volte al giorno, mentre sarà la mia prima esperienza di scalata sullo Jebel Jais».

Mathieu Van der Poel riallaccia il filo con le gare su strada
Mathieu Van der Poel riallaccia il filo con le gare su strada

VdP, basso profilo

«Sono qui per far parte del treno per Jasper Philipsen – dice Van der Poel – il mio obiettivo principale è vedere com’è il mio livello di forma fisica al confronto con quello dei migliori scalatori. A parte questo, non mi sono ancora fissato obiettivi. Per me è una ripartenza dopo la stagione del ciclocross. Spero di sentirmi sempre meglio ogni giorno e aiutare la squadra il più possibile».

Dietro quella mascherina, c’è Ganna che ha già vinto
Dietro quella mascherina, c’è Ganna che ha già vinto

Ganna e la crono

«Spero di vincere la cronometro – conclude Ganna – ma ogni gara è diversa e abbiamo altri grandi obiettivi in questo Uae Tour. Abbiamo Adam Yates da supportare. Per cui, inizierò a pensare alla cronometro solo dopo aver completato la prima tappa. Affronterò la gara passo dopo passo e giorno dopo giorno».