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Watt 3D, la prima sella da triathlon stampata in 3D

04.11.2023
3 min
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Prosegue la ricerca di Selle Italia nell’ambito dei prodotti con cover stampata: ecco la nuova Watt 3D, la prima sella per il triathlon in 3D. Questo nuovo modello presenta la stessa forma della Watt già in collezione caratterizzate dal design aerodinamico che consente di mantenere una posizione di pedalata precisa ed efficiente anche per i 180 chilometri della frazione ciclistica di un triathlon. Scopriamo le innovazioni e i benefici di questa tecnologia, ormai asso nella manica del brand trevigiano. 

La tecnologia Superflow riduce i disturbi fisici causati da una prolungata pressione sulla zona perineale
La tecnologia Superflow riduce i disturbi fisici causati da una prolungata pressione sulla zona perineale

Il terzo successo

Dopo i successi di SLR Boost 3D presentata lo scorso anno e il lancio di Novus Boost Evo 3D, la nuova Watt 3D conserva la stessa forma di successo della versione precedente, ma con la copertina in 3D sviluppata con tecnologia Carbon DLS. Questa tecnologia ha permesso la realizzazione di zone di cushioning differenziato, create in base alla zona di contatto delle ossa ischiatiche sulla sella.

Questo perché la posizione che si tiene su una bici da triathlon impone l’utilizzo di un’attrezzatura specifica che consenta da una parte la massima espressione di performance, ma dall’altra anche il miglior comfort, visto che la frazione ciclistica può durare anche molte ore. Il pattern proprietario, quello utilizzato per Watt 3D è diverso da quello utilizzato per SLR Boost 3D e da quello per Novus Boost Evo 3D, perché differente è l’applicazione d’uso.

Due versioni

Prestazioni elevate in sinergia con un design unico declinato in due versioni. Dotata di inserto anti-slittamento per garantire il posizionamento fisso sulla sella, Watt 3D è disponibile con telaio in carbonio per la ricerca della massima performance. Oppure c’è anche con telaio in TI316, di resistenza e durata aumentate fino al 25% e peso ridotto del 15% rispetto ai telai tradizionali, con diametro 7 millimetri. 

Entrambe le selle hanno un foro centrale Superflow, che riduce la pressione nella zona perineale. Entrambe sono disponibili in un’unica taglia U3 idmatch. Le misure sono di 255 millimetri in lunghezza e 133 in larghezza. Il peso si attesta in 222 grammi per la versione in carbonio e di 256 grammi per quella in TI316. Il prezzo consigliato al pubblico per la Watt 3D con rail in carbonio è di 399,90 euro mentre per quella con rail in TI316 è di 319,90 euro. 

SelleItalia

La tecnologia 3D di Selle Italia: parola a tecnico e corridore

26.07.2023
6 min
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La frontiera delle selle 3D sta avanzando velocemente e Selle Italia non poteva essere da meno. L’azienda veneta giusto qualche settimana fa in quel di Eurobike ci aveva mostrato i suoi gioielli con le caratteristiche 3D, stavolta andiamo più a fondo e lo facciamo con Enrico Andreola, product manager di Selle Italia, e Valerio Conti, il quale utilizza questa tipologia di sella.

Viaggio 3D

Enrico, come nasce dunque una sella Selle Italia 3D? Qual è il suo processo costruttivo?

La parte che richiede più tempo è quella della creazione della seduta, appunto la parte morbida, l’imbottitura. La capacità produttiva è ancora bassa, parliamo di tre imbottiture l’ora. Ma il mercato ci sta premiando e quindi stiamo implementando tale produzione. Poi ci sono altre fasi.

Quali?

Segue una sorta di post-processo dell’imbottitura che mira ad eliminare gli eccessi di resine. Successivamente si va avanti con la cottura in forno per stabilizzarne il materiale. E’ una cottura particolare, ai raggi UV, che fa sì che l’imbottitura diventi come la vediamo, altrimenti resterebbe “pastosa”. Per dare un’idea: se la si toccasse prima della cottura vi resterebbero le impronte digitali.

C’è poi l’assemblaggio…

E qui c’è il grande knowhow di Selle Italia, il nostro vero merito, ciò che ci differenzia per le selle 3D da tutti gli altri brand. Realizzare una sella 3D può essere molto facile se questa ha uno scafo piatto e la sua imbottitura è piatta, ma nel caso della Slr, il nostro cavallo di battaglia, ai lati ci sono parecchie incurvature. Ebbene, seguiamo anche quelle con l’imbottitura 3D. Ma noi, ed era un nostro dogma dettato dal Dna agonistico di Selle Italia, volevamo riprodurre la Slr: la sella da gara per eccellenza. Fatto questo il resto dell’assemblaggio di scafo e carrello è molto più tradizionale, ma sempre rispettando elevati standard di qualità produttiva.

Cosa vi chiedono i pro’? Voi supportate molte squadre…

Va fatta una premessa. Noi abbiamo presentato queste selle un anno fa ad Eurobike. Ne è seguita una pausa fisiologica prima di entrare in produzione. Nel frattempo alcuni atleti le provavano, specie nei training camp a Livigno. Abbiamo consegnato qualche decina di selle a dicembre, nei ritiri. Ma in quel momento molte “messe in sella” erano già fatte. Per farla breve, avevano queste selle 3D circa due atleti per team. Però i loro feedback sono stati subito positivi. Abbiamo relazioni molto strette con la Cofidis, la Tudor, la Alpecin e anche con la Corratec. Ora la stanno utilizzando Konyshev e Conti. Per il prossimo anno però saremo in grado di dare forniture molto più ampie a tutti i team.

La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
Al Tour, proprio in Cofidis, ci hanno detto che questa sella è particolarmente apprezzata dalle donne: è così?

E’ vero e non è qualcosa che abbiamo fatto appositamente per le ragazze, ma tant’è. In particolare il gruppo delle donne di Cofidis lavora bene, con loro scambiamo dei feedback importanti. Sia con Slr che Novus siamo andati oltre le nostre aspettative per risolvere i tipici fastidi al soprassella, sia per lui che per lei.

Cosa vi chiedono gli atleti? Magari più leggerezza, più rigidità in punta (o meno)…

I loro feedback sono molto importanti per realizzare i tuning di rigidità delle imbottiture: il morbido-rigido dove serve, per capirci… Tendenzialmente loro vogliono selle rigide. Okay il comfort, ma alla fine visti i watt che scaricano e i chilometri che percorrono vogliono una sella che sia stabile e racing. Giusto ieri un corridore della Tudor, che già utilizzava una sella 3D ma di un altro marchio, mi ha detto: «Finalmente un sella 3D con un target da corsa». Spesso infatti queste selle sono morbide. Ma torno al discorso di prima, del riuscire a replicare la Slr. Va detto però che i tuning di rigidità dei pro’ sono un po’ diversi da quelli del mercato. Questi ultimi sono un po’ morbidi.

State anche lanciando la sella da crono…

Sì, la Watt. L’abbiamo presentata ad Eurobike. Sarà in consegna ad ottobre. Per lo sviluppo di questa sella ci siamo rivolti parecchio al grande triatleta Patrick Lange, ma anche ai ragazzi della Corratec, soprattutto da quando siamo subentrati come sponsor. E’ una sella diversa, molto più lavorata e sostenuta in punta, viste le grandi rotazioni del bacino che comportano certe posizioni. Con Novus abbiamo introdotto un nuovo reticolo dell’imbottitura, che ricordo noi disegniamo in casa: questo doppio reticolo morbido-duro ci consente di differenziare parecchio il tuning di rigidità nei vari punti della sella stessa.

La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)
La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)

Parola al corridore

E a seguire le parole di Andreola ecco quelle di uno dei corridori che lo stesso Andreola ha citato: Valerio Conti, in forza alla Corratec-Selle Italia, che non ha pensato troppo a montarla sulla sua bici. Ai ragazzi del team italiano hanno proposto queste selle e il laziale dopo averla testata non l’ha più tolta.

«Ho scelto questa sella – spiega Conti – un po’ prima del mio infortunio a maggio. A dire il vero non l’ho ancora utilizzata tantissimo in corsa, perché poi è lì che davvero la si mette sotto torchio, ma le sensazioni sono state subito ottimali.

«Io venivo da una classica Selle Italia Slr con la quale, ci tengo a dire, già mi trovavo bene e quella 3D che sto utilizzando adesso ha praticamente la stessa forma (riprendendo quanto detto da Andreola, ndr). Sostanzialmente è più morbida, si adatta perfettamente alle ossa ischiatiche e questo tende a dipanare la pressione in modo migliore. Non si hanno dei punti in cui preme di più».

Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura
Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura

Più stabili

Conti poi insiste molto su un aspetto che non ci aspettavamo, vale a dire sul movimento antero-posteriore.

«Questo “tessuto” superficiale, ammesso si possa chiamare così, fa sì che si sia più stabili sulla sella, che si scivoli di meno. C’è più grip. Si spinge un po’ di più in salita, ma soprattutto in pianura, quando si deve spingere forte, non si finisce in avanti e si mantiene pertanto un assetto più stabile».

Sempre in merito ai feedback, sia uomini che donne, esaltano la comodità e il non affaticamento del soprassella dopo tante ore, anche col caldo estremo di questi giorni. Un aspetto che è emerso anche in casa Selle Italia nella realizzazione della Watt. Se i pro’ infatti ci passano giusto il tempo di una gara contro il cronometro (al netto degli allenamenti), per i triatleti il discorso è ben diverso.

Fizik Antares Versus Adaptive Evo 00

Fizik e la sella 3D. Può essere il futuro?

09.12.2020
4 min
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Durante il Giro d’Italia avevamo parlato con Andrea Vendrame della sua sella Fizik Antares Versus Evo Adaptive 00, che ci aveva colpito molto. Di recente abbiamo avuto il piacere riprendere l’argomento con Alex Locatelli Product Manager di Fizik.

Tecnologia innovativa e veloce

L’azienda italiana ha realizzato tre varianti che sono: Antares Versus Evo Adaptive 00, Antares Versus Evo Adaptive R1 e Antares Versus Evo Adaptive R3. Tutte vantano la Digital Light Synthesis Technology (DLS) di proprietà dell’azienda Carbon 3D. Grazie a questa tecnologia è possibile costruire delle strutture cristalline di resine liquide e carbonio, che offrono una serie di vantaggi.
«Questa tecnologia è innovativa per il mondo del ciclismo – inizia così Alex Locatelli – e all’inizio non è stato facile far dialogare l’azienda americana Carbon 3D con le richieste degli atleti. D’altronde loro non conoscevano questo mondo e i corridori erano un po’ scettici. Poi piano piano si sono capiti sempre meglio e siamo arrivati a un risultato notevole».

Come dicevamo questa tecnologia permette di avere diversi vantaggi.

«Il primo grande vantaggio è che permette di passare direttamente da un’idea al prodotto finito, infatti la stampa 3D permette di avere in poche ore una sella finita. Questo ci ha permesso di fare tante modifiche ed avere subito il prodotto da testare. Così il processo di sviluppo è stato più veloce».

La Antares Versus Evo Adaptive 00 nel nuovo colore nero
La sella Antares Versus Evo Adaptive 00 nel nuovo colore nero

E’ divisa in zone

A livello tecnico la grande qualità di questo materiale è che può avere livelli di resistenza diversi, in parole più semplici è possibile creare delle zone più dure e più morbide.
«Il lavoro è partito da uno studio delle pressioni in sella – continua Alex Locatelli – abbiamo visto che tanti ciclisti a parità di posizione presentano picchi di pressione diversi. Da qui è nata l’idea di dividere la sella in zone. Ognuna ha un parametro di stampa diverso in base alla pressione che quella porzione può sopportare».

In pratica, oltre a dividere la sella in zone orizzontali, si può creare una resistenza progressiva graduale verticale, con la parte alta più soffice e la più bassa più dura. In questo modo in base al peso del ciclista e alla forza di spinta il pad risponde in maniera diversa.

La visuale di profilo della Antares Versus Evo 00
La visuale di profilo della Antares Versus Evo 00 evidenzia una linea molto pulita

Una sella per tutti

Alla luce delle tante possibilità di supporto, viene naturale chiedere se sia possibile creare una sella personalizzata per ogni ciclista.

«Visto che si può personalizzare ogni singola cella, in teoria si potrebbe fare. Ma noi abbiamo lavorato per arrivare ad una sella standard per tutti. Per riuscirci, abbiamo fatto un grande numero di test per individuare la sella migliore per il pubblico più ampio possibile».

Come mai in Fizik hanno optato per questa scelta? «Per i professionisti, come nel caso di Vendrame, personalizziamo la sella in base alle sue richieste, ma i professionisti sono un mondo a parte. Il problema di fare un lavoro del genere con gli amatori sta nel fatto che sarebbe difficile riprodurlo in una produzione di massa con numeri elevati. L’altro rischio è che non sapendo da quali biomeccanici arrivano i test sulle pressioni in sella, c’è il rischio che poi il ciclista non si trovi bene a causa di qualche errore fatto nel test».

Pressioni diminuite

I risultati sono in ogni caso notevoli, infatti Fizik registra una riduzione dei massimi picchi di pressione che va da un minimo del 40% fino ad un massimo del 70%, con una media che si aggira sul 60%. Come sottolinea Alex Locatelli «Affinché la sella dia il massimo dei vantaggi, è fondamentale che sia posizionata nella maniera corretta».

Un dettaglio del materiale frutto della Digital Light Synthesis Technology
Un dettaglio del materiale frutto della Digital Light Synthesis Technology

E in futuro?

La nostra curiosità ci ha portati a chiedere a Locatelli se pensa che fra qualche anno questo tipo di selle possono sostituire quelle che siamo abituati a vedere normalmente sulle nostre biciclette.

«L’unico limite attuale è il prezzo. A livello tecnico sono superiori, però noi dobbiamo avere tutte le fasce di prezzo e per ora con la tecnologia 3D non è possibile scendere sotto una certa soglia».

La parte inferiore della Adaptive 00 è in carbonio
La parte inferiore della Adaptive 00 è in carbonio alto modulo

Misure e pesi

Infine, segnaliamo che la Antares Versus Evo Adaptive 00 è disponibile in due larghezze da 139 e da 149 millimetri per un peso rispettivamente di 147 e 154 grammi. La versione R1 Adaptive è disponibile in due larghezze da 139 e 149 millimetri con un peso di 174 e 180 grammi, mentre la R3 Adaptive ha le stesse misure di larghezza della R1, ma con i pesi che sono di 209 e 215 grammi.

fizik.com