L’ultimo dell’anno, Elisa Balsamo l’ha passato sulla neve di Ponte di Legno. Il 2021 farà fatica a dimenticarlo. Non tanto per come era partito, ma sicuramente per come si è concluso. La vittoria di Leuven ha portato tutto con sé, trascinando via lo stress dell’avvicinamento alle Olimpiadi e quei giorni di tensioni conclusi con la rovinosa caduta nell’Omnium mentre un’egiziana le passava sopra.
Elisa ha trascorso l’ultimo dell’anno sulla neve: giornata perfetta!Elisa ha trascorso l’ultimo dell’anno sulla neve: giornata perfetta!
Guardare avanti
La voce è squillante, le compagne di squadra e gli amici di sempre le hanno regalato una bellissima festa alla fine di novembre. E soltanto il… contatto sbagliato le ha impedito per precauzione di prendere parte al ritiro di dicembre della Trek-Segafredo.
«Avrò modo di rifarmi a gennaio – dice con una risata la piemontese, in apertura nella foto Trek-Segafredo – ma di sicuro è stato un anno più che positivo, soprattutto nella seconda parte. Non potevo chiedere di più. Certo, forse le Olimpiadi, ma nello sport ci insegnano che alla fine bisogna mandare giù e guardare avanti. E’ stato un anno molto impegnativo, in cui ho imparato tanto anche su me stessa…».
Nell’Omnium di Tokyo, la caduta che l’ha tagliata fuori dai giochi, da cui però è partita la riscossaNell’Omnium di Tokyo, la caduta che l’ha tagliata fuori dai giochi, da cui però è partita la riscossa
Il Giro e il Tour
La Trek-Segafredo l’avrebbe accolta con una bici nuova e bellissima e con raffiche di scatti fotografici per celebrare l’arrivo della campionessa del mondo, ma è rimasto tutto nel container.
«Della squadra – dice – mi sono fatto una bellissima idea. La prima percezione è quella di un ambiente molto professionale. Però nonostante la grande organizzazione, ho visto molta umanità. Nel modo in cui ci trattano e per come abbiamo parlato dei programmi. Inizierò a Valencia con una corsa a tappe, poi andrò al Nord per tutte le classiche, quindi farò Giro e Tour».
Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e PogacarAlla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar
Il tetto del mondo
Sentiamo risuonare le parole di Elisa Longo Borghini prima e di Marta Bastianelli poi. Il ciclismo delle ragazze sta scalando la montagna. La fatica e le rivendicazioni delle ragazze di ieri hanno aperto la porta del WorldTour, del professionismo, della Roubaix e adesso del Tour. Ed Elisa è pronta per marciare nel futuro.
«Condivido le parole di Elisa e di Marta – conferma – stiamo lottando per raggiungere il professionismo a 360 gradi. I cambiamenti stanno arrivando e fa decisamente effetto pensare che correremo il Tour de France. Siamo cresciuti tutti guardandolo in televisione e pensare di partire da Parigi è davvero emozionante…».
Grinta Balsamo: vittoria in maglia iridata con le insegne Valcar nell’ultima tappa del The Women’s TourVittoria in maglia iridata con le insegne Valcar al The Women’s Tour
Iride e Valcar
Dovrà farlo, come anche Alaphilippe, con la maglia iridata sulle spalle: una compagnia sicuramente squillante e importante, che ha già sperimentato nelle ultime settimane con la Valcar-Travel & Service.
«Non è una maglia semplice – ammette – ma se sei circondata dalle persone giuste, riesci a conviverci bene. La Valcar è stata l’ambiente ideale per questo debutto, la consiglierei a qualsiasi ragazza voglia debuttare nel ciclismo. Per me sono stati una seconda famiglia, in cui sono maturata poco per volta, lavorando bene, crescendo insieme. Parecchie ragazze sono partite verso team WorldTour, perciò vedo due strade. Potrebbero salire anche loro nel WorldTour, oppure diventare una squadra di crescita per le giovani. La categoria under 23 sta per nascere e avere la squadra giusta sarebbe fondamentale».
Primo gennaio, si possono mostrare le nuove immagini (foto Trek-Segafredo)Primo gennaio, si possono mostrare le nuove immagini (foto Trek-Segafredo)
Natale in famiglia, l’ultimo dell’anno sulla neve. A 23 anni, questa ragazza ha già milioni di storie da raccontare, ma il bello è che mantiene il sorriso e lo sguardo di quando, ancora ragazzina, si affacciava sul grande mondo. E a pensarci bene, al di là dello spunto veloce e della lucidità in gara, sarà proprio questa normalità a portarla lontano.
Balsamo, Kool e Vos. Terzo sprint, solito podio degli altri. L'iridata in carica fa il bis al Giro Donne e intanto dietro c'è chi vuole inserirsi fra le tre
Quante volte ai tempi della scuola abbiamo temuto le pagelle? Il più classico dei «è bravo ma non si applica» funziona anche per i ciclisti? No, non siamo professori, sappiamo bene che tutti si applicano molto bene. Chi con fatica, chi senza. Alla fine di una stagione tuttavia non ci sono promossi né bocciati. Vogliamo solo fare un piccolo rendiconto della stagione 2021 tra le sorprese e le delusioni, analizzandone tre per parte.
Capiamo quanto una selezione di questo tipo possa far alzare il dito ricordando nomi come Van Aert, Ganna, Van der Poel, Cavendish, Alaphilippe… chi manca? Ma restringiamo il campo a sei casi specifici. Perché si sa, la ruota gira e se le sorprese saranno chiamate a riconfermarsi nelle prossime annate, le cosiddette delusioni avranno uno stimolo in più per rilanciarsi.
Il Vingegaard che nessuno si aspettava ha messo alla frusta Pogacar sulle salite del Tour: qui sul Mont VentouxIl Vingegaard che nessuno si aspettava ha messo alla frusta Pogacar sulle salite del Tour: qui sul Mont Ventoux
Sorpresa Vingegaard
La nostra disamina parte dalla Danimarca, patria di Jonas Vingegaard, scalatore che va molto forte anche a cronometro (foto in apertura). Il giovane talento della Jumbo-Visma – compirà 25 anni il prossimo 10 dicembre – è stato senza dubbio la sorpresa principale del 2021 grazie al secondo posto al Tour de France dietro a re Pogacar (a 5’20”) e davanti al futuro oro olimpico Carapaz. Già nel 2019 e quasi nell’indifferenza generale, il ragazzo di Hillerslev aveva conquistato una tappa al Tour de Pologne, perdendo la maglia di leader all’ultimo giorno per una crisi in montagna.
Quest’anno ha disputato una primavera da protagonista. Vittoria nella quinta tappa del UAE Tour in cima a Jebel Jais (davanti, guarda un po’, a Pogacar), poi due frazioni e classifica generale alla Coppi e Bartali ed infine seconda piazza al Giro dei Paesi Baschi dietro al suo compagno Roglic. Dopo il Delfinato (secondo all’ultima tappa), si è schierato al via del Tour come gregario di Roglic e ne ha preso il posto dopo la caduta, essendo già arrivato al quinto posto dopo a Le Grand Bornard. Tenendo conto che nel 2022 il Tour partirà dalla Danimarca (con tre tappe), chissà se Vingegaard vorrà confermarsi (e migliorarsi) o se correrà come luogotenente. Però il Giro per lui potrebbe essere un bel banco di prova per un ulteriore salto di qualità.
Il vincitore del Giro 2020 ha corso un Lombardia anonimo, chiudendo così la stagioneIl vincitore del Giro 2020 ha corso un Lombardia anonimo, chiudendo così la stagione
Delusione Tao
Per le note negative partiamo dal trionfatore del Giro dell’anno passato, Tao Geoghagan Hart. Classe 1995, quest’anno il corridore della Ineos Grenadiers ha steccato, come se avesse pagato più del dovuto la fatica e la vittoria della corsa rosa, posticipata causa Covid proprio a dodici mesi fa. Difficile capire cosa abbia condizionato la stagione del londinese. I secondi posti di tappa rispettivamente al Tour des Alpes Maritimes (a febbraio) e al Delfinato (a giugno) sono gli unici suoi squilli. Troppo poco per un ragazzo che ha i numeri per fare di più. Molto di più.
Dalla vittoria di San Giacomo al Giro, per Mader è iniziata una grandissima stagione: il talento non tradisceDalla vittoria di San Giacomo al Giro, per Mader è iniziata una grandissima stagione
Rivelazione Mader
La seconda sorpresa è rappresentata dallo svizzero Gino Mader. Il 24enne della Bahrain-Victorius doveva solo rispettare le aspettative che c’erano su di lui fin da under 23 (nel 2018 terzo posto all’Avenir con due tappe e quarta piazza al mondiale). E in questo 2021 ci è riuscito ampiamente.
A metà marzo suo malgrado sale agli onori della cronaca per essere stato cannibalizzato da Roglic a 30 metri dall’arrivo nella penultima tappa della Parigi-Nizza (conclusa in decima posizione). Il 13 maggio però, a distanza di due mesi, si prende una rivincita personale trionfando nella sesta tappa del Giro d’Italia in vetta a San Giacomo (la montagna che sovrasta Ascoli Piceno) al termine di una lunghissima fuga. Gino si prende la maglia azzurra di miglior scalatore e diventa così il secondo corridore della storia con questo nome di battesimo – dopo Bartali – a vincere una frazione alla corsa rosa. Lascia il Giro per la caduta di Montalcino, ma trenta giorni dopo il successo ascolano domina ad Andermatt, nell’ultima tappa del Tour de Suisse.
Mader mette i titoli di coda alla propria stagione destando impressione alla Vuelta, chiusa al quinto posto nella generale. Piazzamento che vale doppio considerando che ha corso la gara spagnola in appoggio a Jack Haig. Il talentuoso elvetico ora sa che può ritagliarsi un ruolo di guastafeste nei grandi Giri. Lo aspettiamo.
Landa, un ottimo inizio di Giro (qui nel giorno di Sestola), poi dalla caduta il suo 2021 è stato un lungo inseguireLanda, un ottimo inizio di Giro (qui nel giorno di Sestola), poi dalla caduta il suo 2021 è stato un lungo inseguire
Landa al buio
Restando in casa Bahrain Victorious, ci concentriamo su Mikel Landa, che ha vissuto l’ennesima annata di pochi alti e tanti bassi, con una bella dose di sfortuna. Il suo obiettivo primario era il Giro d’Italia, con premesse nulla affatto malvagie. Sesto posto a Laigueglia, terzo a Larciano, terzo nella generale della Tirreno-Adriatico e ottavo al Paesi Baschi, dietro gente di peso che preparava il Tour. Ma alla quinta tappa del Giro, a 5 chilometri dal traguardo di Cattolica, cade rovinosamente ed è obbligato ad abbandonare la corsa. Prepara la seconda parte di stagione, Vuelta in primis, vincendo la generale di Burgos davanti ad Aru.
La prima settimana della grande corsa spagnola sembra benaugurante, ma la condizione è un fuoco fatuo. Ogni giorno perde posizioni e minuti fino a ritirarsi alla 17ª frazione. Anonima la partecipazione al Giro di Croazia a cavallo di europeo e Lombardia, entrambi non conclusi. Al netto degli imprevisti, nel 2022 dovrà rispondere “presente” all’appello dei grandi Giri. Non può farsi trovare impreparato.
La vittoria di Taco Van der Hoorn a Canale, tappa del Giro, ha aperto il grande 2021 della IntermarchèLa vittoria di Taco Van der Hoorn a Canale, tappa del Giro, ha aperto il grande 2021 della Intermarchè
Ha mantenuto fede allo spirito battagliero che l’aveva contraddistinta nelle annate precedenti, specialmente nelle gare del Nord. Nove successi totali, fra cui brillano le perle di Taco Van der Hoorn (terza tappa al Giro d’Italia e al Benelux Tour) e di Rein Taaramae (terza frazione alla Vuelta). Proprio nella corsa spagnola l’esperto estone ed il suo compagno norvegese Odd Christian Eiking (che passerà alla EF Education Nippo) hanno vestito la maglia rossa di leader in due momenti diversi rispettivamente per due e sette giorni.
Merita una doverosa menzione anche il 21enne Biniam Ghirmay Hailu, che ad agosto è arrivato dalla Delko per arricchire il roster a disposizione di Valerio Piva. Il fenomeno eritreo a settembre ha mostrato il suo valore prima con i colori sociali vincendo la Classic Grand Besancon Doubs e poi con quelli della sua nazionale conquistando la medaglia d’argento ai mondiali U23 alle spalle dell’azzurro Baroncini.
Nel 2022 la squadra belga cercherà di ripetersi e crediamo che alcune gioie potrebbero arrivare dall’ormai veterano Andrea Pasqualon (33 anni, da cinque alla Intermarchè) e dal ventiseienne Lorenzo Rota, quest’anno entrambi autori di ottime prestazioni e tante top ten. Il cerchio rosso su alcune gare ce lo hanno già fatto.
Giro 2021 sfortunato, caduta nella tappa di Sega di Ala al Giro e poi la stagione di Ciccone non è più decollataGiro 2021 sfortunato, caduta nella tappa di Sega di Ala al Giro e poi la stagione di Ciccone non è più decollata
Ciccone, sfortuna nera
Lo stesso discorso fatto in precedenza per Landa si può fare per Giulio Ciccone. Anche lui non ha mantenuto le attese per un motivo o l’altro, ma con la sfortuna sempre fra i piedi. Dopo un 2019 magico (vittoria a Ponte di Legno al Giro, maglia azzurra di miglior scalatore e poi due giorni in maglia gialla al Tour) e il 2020 limitato dal coronavirus, dallo scalatore della Trek-Segafredo ci si aspettava uno step successivo. Così non è stato.
Va detto per la verità che quest’anno l’abruzzese per metà ha dovuto inseguire la condizione migliore e per l’altra metà combattere con la sfortuna: un loop dal quale è difficile uscire. Lui ci ha provato. Al Giro d’Italia non era al top ma quando sembrava aver trovato la forma giusta (In generale era distante 50” dal podio), è arrivata la caduta giù dal Passo San Valentino alla 17a tappa (con arrivo a Sega di Ala) che ha compromesso tutto. Il campionato italiano di Imola ne è stato la riprova. Quando si si sono mossi Colbrelli e Masnada per rientrare sulla fuga, Giulio era dietro di pochi secondi, ma non è riuscito a saltarci dentro.
A Tokyo non ha lasciato il segno. In vista della Vuelta, alla quale è partito con i gradi di capitano, ha provato nuovamente ad uscire da quel circolo vizioso. La top ten nella generale sarebbe stata alla sua portata ma ad inizio della 16ª tappa (dopo che aveva fatto 5° il giorno prima) ha saggiato ancora la durezza dell’asfalto ed è stato costretto a ritirarsi. Escluse fratture, la ripresa ha richiesto e ancora richiede applicazioni e terapie, per cui l’abruzzese ha dovuto chiudere la stagione in anticipo. La speranza ovviamente è quello di ritrovarlo presto con la solita grinta e più forte del 2019.
Pogacar è in ritiro con la squadra. Un incontro sereno fino al momento in cui si parla del prossimo Tour. La sconfitta brucia. Si lavora per la vendetta
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L’azienda giapponese, che ha da poco compiuto cent’anni, alza ancora il livello dei propri componenti e assieme al Dura Ace presenta l’Ultegra r8100, che condivide le stesse caratteristiche del fratello maggiore e trasporta nella realtà di tutti i giorni la tecnologia Shimano.
Nella guarnitura è previsto in partenza il misuratore di potenzaNella guarnitura è previsto in partenza il misuratore di potenza
Piattaforma Di2 Wireless
Design migliorato per garantire una velocità di cambiata più rapida del 58 per cento al deragliatore posteriore e del 45 per cento al deragliatore anteriore.
I cavi che collegano la batteria Di2 ai deragliatori SD-300 sono più sottili e offrono una connessione stabile ed un’alta tensione tra i componenti. Test di laboratorio stimano la durata della batteria intorno a 1000 chilometri, mentre le batterie a moneta contenute nei comandi del cambio hanno una durata stimata di 18 mesi (un anno e mezzo).
Il deragliatore lavora bene con le due guarniture previste: 50-34 e 52-36Il deragliatore lavora bene con le due guarniture previste: 50-34 e 52-36
I comandi del nuovo Ultegra
Shimano ha innovato le leve dei comandi con freno a disco idraulico. Ebbene sì, Ultegra ha rinnovato anche l’impianto frenante e le ruote. Una maggiore distanza tra le leve ed il manubrio garantisce migliori livelli di guidabilità e comfort. Questo accorgimento offre la migliore presa dell’indice e del pollice sui cappucci e una migliore presa a 3 dita della leva del freno.
La casa giapponese ha pensato di aiutare ancor di più i ciclisti, aggiungendo una differenziazione tattile tra il pulsante di salita e di discesa, pensata per condizioni climatiche estreme (freddo e pioggia).
I comandi rinnovati tengono conto del fatto che i freni sono idrauliciI comandi rinnovati tengono conto del fatto che i freni sono idraulici
Hyperglide+ 12 V
Nuova cassetta disponibile in due versioni, 11-30 e 11-34, la prima, quella dedicata ai ciclisti più competitivi, è stata migliorata nella spaziatura tra sesta, settima e ottava corona. Shimano ha pensato bene di rendere il passaggio della catena tra queste corone fluido e performante, per consentire all’atleta di pensare solo alla fase di spinta, senza preoccupazioni.
Le nuove cassette Ultegra sono dotate di un nuovo corpetto scanalato, retrocompatibile con i corpi ruota libera Shimano a 11 velocità.
Misuratore di potenza
Le guarniture sono disponibili in due dentature differenti, 50-34 e 52-36, lunghezza delle pedivelle da 160, 165, 170, 172.5 e 175 millimetri. Per la prima volta Shimano offre compreso nella guarnitura un misuratore di potenza, con i dati forniti dagli estensimetri posizionati sulle pedivelle. Per la trasmissione degli stessi vengono utilizzate le tecnologie Bluetooth e ANT+.
I freni a disco posteriori derivano dall’esperienza del Dura Ace
Impianto frenante preciso, con ottima connessione tra pastiglie e dischi
I freni a disco posteriori derivano dall’esperienza del Dura Ace
Impianto frenante preciso, con ottima connessione tra pastiglie e dischi
Freni silenziosi ed efficaci
Grazie allo studio dei sistemi frenanti di MTB e Gravel, Shimano ha studiato un impianto più preciso e con una migliore connessione tra pastiglie dei freni e dischi. Uno spazio maggiorato di circa il 10 per cento tra la pastiglia e il rotore e il passaggio ai rotori di serie RT-MT800 rende la frenata più silenziosa.
Ricarica e sincronizzazione
Il nuovo deragliatore posteriore Ultegra è ora il punto da cui il sistema viene ricaricato (in sostituzione del caricatore SM-BCR2 di Shimano). Esso fornisce la connessione wireless ai comandi STI e ad altri dispositivi di terze parti. Il suo design integrato gli permette di essere il centro di controllo per modificare le operazioni Di2 e le modalità di cambio sincronizzato.
L’applicazione E-TUBE offre possibilità di sincronizzazione e controllo, consente di impostare preferenze come cambio sincronizzato o semi-sincronizzato, Multi-Shift, velocità di cambio e mappatura dei pulsanti.
Ruote full carbon C36: 1.488 grammi la coppia
Le C50, profilo intermedio, pesano 1.570 grammi
Infine le C60, le più aerodinamiche, al peso di 1.640 grammi
Ruote full carbon C36: 1.488 grammi la coppia
Le C50, profilo intermedio, pesano 1.570 grammi
Infine le C60, le più aerodinamiche, al peso di 1.640 grammi
Route full carbon, per disco e tubeless
Le ruote sono disponibili con tre diversi profili.
C36, sono ruote a basso profilo focalizzate sulla salita, con un peso ridotto sono le più leggere disponibili: solamente 1.488 grammi la coppia.
C50, offrono un’ottima e performante via di mezzo, con un rapporto tra leggerezza e una rigidità laterale davvero ottimo: peso della coppia, 1.570 grammi.
C60, le più aerodinamiche, concentrate sulla rigidità laterale, sulla rigidità di guida e sulla resistenza. Peso di 1.649 grammi il paio.
I componenti Ultegra R8100 saranno disponibili nei negozi a partire da ottobre 2021.
C’è una corsa nella corsa di cui ti accorgi (forse) andando alle partenze e osservando i movimenti dei procuratori: è la corsa ai velocisti. Anche se il più delle volte e soprattutto in questi tempi di limitati contatti sociali, si svolge tutto online e lontano da occhi indiscreti.
Alla fine del 2021 scadono i contratti di tutti i velocisti più forti in circolazione (fa eccezione Demare, che ha prolungato fino al 2023) ed è risaputo che in questi casi si cerca di chiudere i discorsi entro la tarda primavera. Si parla di contratti pesanti e di corridori che in qualche caso hanno tenuto fede alle attese e altri che per colpa del Covid hanno portato magri bottini a casa, rendendo il rapporto costo/vittoria davvero esorbitante. Il guaio è che avendo questi ultimi la stagione 2021 per riscattarsi e contemporaneamente la necessità di chiudere presto il nuovo contratto, le trattative saranno ancora più complesse e probabilmente richiederanno uno slittamento in avanti. Dove per una volta aspettare conviene al corridore più che al team manager interessato.
Abbiamo voluto aggiungere al loro profilo anche il conteggio dei follower su Instagram. Sembrerà strano ma forse neppure troppo, che per le società e i loro sponsor si tratti di un valore aggiunto importante.
Difficile considerare Sagan come un semplice velocista: qui 1° a Roubaix nel 2018Difficile considerare Sagan come un semplice velocista: qui 1° a Roubaix nel 2018
Sagan, un caso unico
Scade il contratto principesco di Peter Sagan e parrebbe che alla Bora-Hansgrohe non facciano salti di gioia all’idea di confermare un impegno stimato attorno ai 6 milioni di euro. Il Sagan che nel 2020 ha centrato soltanto la vittoria del Giro e ha comunque una dote 1.800.000 follower su Instagram, ha ripreso la stagione lavorando sodo, scrollandosi di dosso il Covid e ricominciando a vincere ieri al Catalunya (foto di apertura). Nel novero degli uomini veloci, in realtà, Peter è il meno velocista e il portatore di un’immagine che va oltre il risultato. Resta però il fatto che nel primo anno (2017) alla Bora-Hansgrohe, centrò 12 vittorie, fra cui il mondiale. Nel 2018 vennero 8 vittorie fra cui Gand-Wevelgem, Roubaix e tre tappe al Tour. Nel 2019, 4 vittorie con una tappa al Tour. E nel 2020 la tappa di Tortoreto al Giro. Il nuovo contratto dello slovacco sarà firmato sulla fiducia o i base all’andamento dei risultati?
Venerdì la caduta ad Harelbeke che è costata lo scafoide a Gaviria, in piedi sulla sinistraVenerdì la caduta ad Harelbeke è costata lo scafoide a Gaviria, in piedi sulla sinistra
Gaviria, bel mistero
Scade anche il contratto di Fernando Gaviria, che si è appena rotto lo scafoide cadendo al Gp E3-Saxo Bank di Harelbeke. Il colombiano, che a causa del suo essere schivo ha… appena 388.000 follower su Instagram, è arrivato al Uae Team Emirates forte delle palate di vittorie ottenute alla Deceuninck-Quick Step. Furono 14 nel 2017, fra cui 4 tappe al Giro d’Italia. Scesero sia pure di poco nel 2018: 9 ma con due tappe al Tour de France. Passato alla Uae, ha vinto 6 corse nel 2019 con la tappa del Giro per squalifica di Viviani a Orbetello. Mentre lo scorso anno le vittorie sono state 5, ma di basso profilo. Voci interne alla squadra non sono convintissime della conferma e l’infortunio in Belgio complica il suo ritorno ai massimi livelli: dovrà restare fermo per tutto aprile, poi si ragionerà sulla sua presenza al Giro.
Elia Viviani è tornato in gruppo al Uae Tour 2021Elia Viviani, in gruppo al Uae Tour 2021
Viviani, rabbia cercasi
Un altro grande nome in cerca di conferme o nuovi lidi è il nostro Elia Viviani, 222.000 follower su Instagram. Durante un’intervista con il cittì azzurro Marco Villa, proprio ragionando di lui e delle sue difficoltà, emerse che l’ambiente della Deceuninck-Quick Step fosse il migliore, ma l’offerta della Cofidis fosse stata così alta da non poter dire di no. Si corre per mestiere e per cambiarsi l’esistenza e i bilanci si fanno alla fine, tuttavia la scelta fra l’ingaggio più alto e l’ambente migliore è da sempre una delle più dibattute. E’ evidente che la Cofidis non sia soddisfatta della situazione e la scelta di portarlo via dal Belgio per farlo correre a Cholet può avere due letture che portano entrambe nella stessa direzione: ottenere vittorie, finora mai arrivate, pagate profumatamente. Intendiamoci, Elia è un professionista super serio, ma le cose non ingranano. Il suo programma 2021 è sontuoso, fra Giro e Olimpiadi, e magari il fastidio di questi giorni potrebbe trasformarsi un un’utile molla.
Prima tappa della Parigi-Nizza a Saint Cyr L’Ecole per Sam BennettPrima tappa della Parigi-Nizza a Saint Cyr L’Ecole per Sam Bennett
Bennett, chi offre di più?
Il re dei velocisti, Sam Bennett con i suoi 122.000 follower e le già 4 vittorie nel 2021 è forse il più accreditato per rimanere alla Decenunick, che avrebbe già puntato tutto su Fabio Jakobsen se l’incidente al Giro di Polonia dello scorso anno non avesse fermato drammaticamente il giovane olandese. In più Bennett ha la capacità di tenere duro sui percorsi più impegnativi. Pertanto, a meno che tenere Alaphilippe non comporti un esborso troppo oneroso per Patrick Lefevere e che qualcuno non arrivi con tanti soldi per portare via l’irlandese, c’è da pensare che Bennett possa restare dov’è. Chissà se il suo enoturage lo farà ragionare sul fatto che tutti i velocisti che abbiano lasciato quel gruppo negli ultimi anni siano stati costretti a ridimensionare le pretese. Sul perché si potrebbe ragionare a lungo.
Giacomo Nizzolo ha iniziato il 2021 vincendo ad Almeria. E’ campione italiano e d’EuropaNizzolo ha aperto il 2021 vincendo ad Almeria
Nizzolo, comanda il cuore
Un altro nome importante con la valigia in mano è Giacomo Nizzolo, che non vince tanto ma ultimamente porta a casa sempre trofei interessanti. Sistemati tutti gli acciacchi per la gioia dei suoi 62.400 follower, il lombardo nel 2020 ha portato a casa 4 vittorie: 2 prima del lockdown e 2 dopo. Queste soprattutto sono le più interessanti: il campionato italiano e il campionato europeo. Giacomo avrebbe potuto cambiare squadra già quest’anno, approfittando del fatto che il Team Ntt stava passando la mano alla Qhubeka-Assos, ma ha scelto di rimanere per attaccamento alle sorti del gruppo. Difficile immaginare, a meno di clamorose offerte in arrivo, che scelga di andarsene proprio ora. E’ la bandiera del team, che a sua volta si sta strutturando per sostenerlo al meglio negli sprint. Quest’anno ha già vinto malgrado un piccolo incidente in inverno.
L’ultima vittoria di Colbrelli al Tour d’Occitanie del 2020L’ultima vittoria di Colbrelli al Tour d’Occitanie del 2020
Cosa vuole Colbrelli?
Sonny Colbrelli al Team Bahrain Victorious in apparenza ci sta bene e sarebbe per giunta riduttivo definirlo velocista, pur essendo molto veloce. Il clou della sua stagione è iniziato con l’Het Nieuwsblad e si protrarrà attraverso il periodo al Nord, in cui il bresciano dovrà confermare gli ottimi numeri già mostrati nel 2020. Con 31.000 su Instagram, ha vinto 3 corse nel 2019 e una nel 2020. E’ sempre sulla porta della grande vittoria e nel frattempo si è inserito nel gruppetto dei gregari di Landa, assieme a Caruso. A 30 anni potrebbe essere arrivato il momento di mettere un punto fermo sul tipo di carriera che vuole avere. Se da vincente, oppure in appoggio non già a uno scalatore, ma semmai a un altro cacciatore di classiche.
Fra le 4 vittorie 2020 di Bouhanni, una tappa al Tour de la ProvenceFra le 4 vittorie 2020 di Bouhanni, una tappa al Tour de la Provence
Chi vuole Bouhanni?
Nacer Bouhanni non è popolarissimo in gruppo e neppure si sforza di risultare troppo simpatico. I suoi 32.500 follower su Instagram stanno assistendo alla sua parabola con qualche punto di domanda. La Cofidis lo strappò alla Fdj alla fine del 2014 in cui aveva centrato 11 vittorie, fra cui 2 tappe al Giro e 2 alla Vuelta. Il punto di rottura non furono tanto i soldi (che arrivarono comunque con sei zeri), ma la scelta di Madiot di non portarlo al Tour, facendo sempre corsa per Pinot. Così l’ex pugile scelse la maglia rossa di Vasseur, ma in un calando clamoroso di risultati. Le 14 vittorie in 4 anni sono state un ben magro bottino da portare alla Arkea, con cui nel 2020 ha vinto 4 corse. Neanche la nuova squadra lo scorso anno lo ha portato al Tour, quest’anno si vedrà…
All’appello mancano uomini come Jakobsen, ma c’è da scommettere che la Deceuninck-Quick Step deciderà di restargli accanto. Degenkolb, che non è più un velocista. E il nostro Cimolai, punto di riferimento della Israel Start Up Nation, al bivio di una scelta molto dura: correre il Giro oppure aspettare a casa il momento in cui diverrà padre per la prima volta? Nella vita dei corridori ci sono passaggi che sfuggono alla normalità e vivendo con loro, accanto a loro si capisce anche il perché ciò accada.
Dal 1° agosto è scattato ufficialmente il mercato, ma molti scambi erano già noti. Su molti fronti si lavora sottobanco. Facciamo il punto della situazione sin qui