Mathieu Van der Poel, europei mtb 2018

Strada e Mtb: il segreto dei grandi del cross

31.12.2020
3 min
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Con Eva Lechner avevamo analizzato il rapporto tra ciclocross e strada in relazione alla serie prolungata di vittorie di Lucinda Brand, ma il discorso può, anzi deve essere esteso anche agli uomini e non solo per le imprese in un campo e nell’altro dei “tre tenori” Van Der Poel, Van Aert e Pidcock. Basti pensare a Tim Merlier (Bel), campione nazionale su strada nel 2019 e vincitore della Brussels Cycling Classic nel 2020; oppure al tedesco Marcel Meisen, vecchia conoscenza dei ciclocross italiani, che quest’anno si è laureato campione nazionale sempre su strada.

Zdenek Stybar, Roubaix 2017
Zdenek Stybar alla fine ha lasciato il cross per dedicarsi solo alla strada
Zdenek Stybar, Roubaix 2017
Stybar, grande crossista ora “fisso” su strada

La strada fa bene

Dobbiamo quindi pensare che la strada faccia bene a chi fa ciclocross e viceversa?  «Certamente sì – risponde sicuro Daniele Pontoni – l’attività su strada ti dà quel colpo di pedale che ti aiuta a ottenere risultati. Un bravo ciclocrossista deve essere prima di tutto un bravo stradista».

Ai tempi di Pontoni, però, di stradisti che abbinavano il ciclocross ce n’erano pochi: «E’ vero, eravamo io, Adrie Van Der Poel, Mario De Clercq e pochissimi altri…».

«A me si avvicinarono quelli della Rabobank – interviene il suo grande rivale Luca Bramati – avevo appena vinto la Coppa del mondo e mi chiesero se volevo fare la Parigi-Roubaix, ritenevano che si adattasse alle mie caratteristiche. Io ero impegnato con la mountain bike, dovetti declinare l’invito, ma quello è rimasto il mio più grande rammarico».

I cugini Bramati

Che cosa è cambiato da allora, perché il connubio è diventato sempre più stretto? «Innanzitutto perché le squadre del WorldTour guardano ora con maggiore attenzione al ciclocross – prosegue Bramati – soprattutto dopo le imprese di Van Der Poel e Van Aert. Mio cugino Davide (Davide Bramati, uno dei diesse della Deceuninck Quick Step, ndr) viene spesso a vedere le gare sui prati, per notare qualche nuovo talento».

«Lo spirito di emulazione sicuramente pesa – aggiunge Pontoni – nel corso degli anni gli esempi si sono moltiplicati, da Boom a Stybar fino al tempo attuale. Io credo che molto influisca anche la differente metodologia di allenamento rispetto ai nostri tempi, ma anche la forte spinta che arriva dalle federazioni che guardano con favore alla multidisciplinarietà».

Marcel Meisen (GER - Alpecin - Fenix) campionato nazionale tedesco 2020
Marcel Meisen, campione nazionale tedesco su strada e per 4 volte nel cross
Marcel Meisen (GER - Alpecin - Fenix) campionato nazionale tedesco 2020
Meisen campione tedesco strada e per 4 volte nel cross

La Mtb e la guida

La strada che cosa aggiunge a un ciclocrossista? «Dà una potenza superiore. Sui percorsi meno tecnici, dove c’è tanto fango e bisogna spingere – prosegue Pontoni – il colpo di pedale di uno stradista fa la differenza. Van Aert domenica a Dendermonde è stato l’esempio lampante. Certamente poi influisce anche il fisico del singolo ciclista, un fattore del quale bisogna sempre tener conto».

E chi si dedica più al fuoristrada? Qui risponde Bramati: «Lì interviene la tecnica di guida, Van Der Poel ad esempio è un maestro proprio perché corre in mountain bike (in apertura agli europei del 2018, ndr). Van Aert è molto più legnoso e sui percorsi molto tecnici fatica moltissimo. Comunque, a proposito della Brand, lei è sicuramente brava ma non vince solo per quello. Io sono convinto che una giovane campionessa come la Alvarado sia stata spremuta troppo nel corso dell’anno e ora ne paghi le conseguenze…».