La Coppa in Sardegna, per Pontoni è un ritorno al passato

02.12.2024
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Non è stata certo foriera di grandi soddisfazioni, la tappa di Dublino della Coppa del Mondo di ciclocross. Partita con una formazione ridotta a soli 3 elementi (quelli che avevano conquistato la medaglia agli europei), la nazionale italiana ha colto buoni piazzamenti ma nulla più con il cittì Pontoni che ha onestamente definito la prestazione generale «un po’ zoppicante, ma ne eravamo consapevoli. Filippo Agostinacchio era alla sua prima gara dopo la prova continentale, suo fratello Mattia aveva subìto uno stop nelle ultime due settimane ed era un po’ arrugginito, mentre mi è piaciuta la Pellizotti che era poco a suo agio sul percorso ma ha chiuso in crescendo».

Per il campione europeo Mattia Agostinacchio una trasferta complicata in Irlanda
Per il campione europeo Mattia Agostinacchio una trasferta complicata in Irlanda

Agostinacchio, mal di schiena e niente Sardegna

C’erano grandi aspettative sul campione europeo Mattia Agostinacchio, ma lo junior subito dopo la gara ammetteva le difficoltà: «Sono partito bene, affacciandomi anche in prima posizione ma poi ho sentito le gambe vuote ed è tornato il mal di schiena che mi aveva afflitto in settimana. Comincia a essere un problema, infatti domenica in Sardegna non ci sarò perché voglio affrontarlo e risolverlo prima possibile. Gli avversari non mi preoccupano più di tanto, lo stesso francese che ha vinto (Soren Bruyere Joumard, nella foto di apertura, ndr) , all’europeo aveva chiuso 17° e anche i belgi dietro di lui sono corridori con i quali posso giocarmela alla pari».

Nella sua disamina, Agostinacchio ha anche sottolineato le difficoltà della trasferta, logisticamente molto onerosa e lo stesso Pontoni aveva sottolineato questo aspetto alla vigilia, ma a parti invertite sarà lo stesso per chi ora dovrà spostarsi verso la Sardegna: «Sono trasferte onerose per i team che hanno un budget definito. Ho parlato con un po’ di responsabili in Irlanda e molti mi hanno detto che sono stati costretti a fare delle scelte: o lì o qui, d’altronde ci sono 2.500 chilometri di distanza, spostare il materiale sarebbe un costo esorbitante. Infatti in Irlanda non c’erano la Casasola, la Alvarado tanto per dire due nomi e so che anche in Sardegna soprattutto al femminile ci sarà qualche defezione».

Un percorso veloce e ordinario

Considerando la località di gara, c’era da aspettarsi un percorso molto vicino ai canoni del nord Europa, vicino alla spiaggia e quindi con molti passaggi su sabbia, ma dalle informazioni che il cittì ha non sarà così: «Non ho ancora visto il percorso di persona, mi baso sui link inviatimi dagli organizzatori. Presumo che sarà un percorso veloce, con ostacoli artificiali. So che hanno impedito il passaggio sulla sabbia di Sa Ruda, quindi ci sarà un breve passaggio su spiaggia e un paio di gobbe di terra e sabbia riportata che metteranno alla prova la guida dei corridori».

E’ una tipologia che si adatta ai corridori nostrani? «Diciamo che è nell’ordinario del nostro calendario, dove l’unica vera eccezione quest’anno è stata il weekend di Brugherio e Salvirola. Ormai la tipologia del nostro ciclocrossista medio è portata più verso i tracciati veloci piuttosto che fangosi. Poi molto influirà chi sarà della partita».

Vermiglio ha ospitato la Coppa fino al 2023. La rinuncia alla neve non aiuta la candidatura olimpica
Vermiglio ha ospitato la Coppa fino al 2023. La rinuncia alla neve non aiuta la candidatura olimpica

La mancanza di gare sulla neve

Fino allo scorso anno la tappa italiana era però quella di Vermiglio, si gareggiava sulla neve, ora c’è stato un ritorno al passato che sotto alcuni aspetti rappresenta anche un passo indietro che stride con le voci sempre più insistenti di un ingresso del ciclocross nel programma olimpico invernale a partire dal 2030: «Qui ci addentriamo in un discorso complesso, del quale non abbiamo neanche tutti gli elementi per giudicare. Alla base ci sono le scelte dell’Uci che redige il calendario in base principalmente alle richieste, tra l’altro c’è stato un cambio di società, le prove italiane hanno una genesi completamente diversa. Le gare sulla neve non sono semplici da allestire e anche in quel caso ci sono da preventivare forti spese, considerando anche le differenze tecniche con il resto del calendario. Almeno da questo punto di vista in Sardegna si rimane su canoni abbastanza comuni».

A Dublino eravamo completamente assenti nelle prove Elite, ma era una scelta da parte dei team abbastanza condivisibile: «Nel weekend c’era il GP Guerciotti che era di classe C1, quindi garantiva tanti punti, non avrebbe avuto senso investire ingenti cifre per spostarsi con un ritorno tecnico di gran lunga inferiore. A maggior ragione per la Fas Airport Services Guerciotti Premac che affrontava la sua gara di casa. Non c’è alcun casus belli».

Daniele Pontoni sempre molto acuto nel giudizio sulla gestione internazionale del ciclocross (foto Luca Giulietti)
Daniele Pontoni, cittì azzurro, sempre molto acuto nel giudizio sulla gestione internazionale del ciclocross

Un movimento depauperato

Parlando di elite però spicca il fatto che, a differenza delle categorie giovanili dove Pontoni spinge fortemente e in questo quadriennio ha comunque raccolto molti risultati, l’Italia (Casasola a parte) è ai margini del movimento, anche prescindendo dalle due nazioni guida Belgio e Olanda: «Parliamoci chiaro, come facciamo ad avere corridori di riferimento nella massima categoria se quando i nostri talenti ci arrivano, vengono tolti dal giro per dedicarli solo alla strada? Toneatti non c’è più, lo stesso dicasi per la Realini, la Persico, vedremo se si riuscirà a recuperare almeno parzialmente Corvi e Venturelli, come anche Masciarelli che ho visto riaffacciarsi. Questa è la realtà, c’è poco da fare. Io spero che le scelte di Casasola e Viezzi, in team che fanno doppia attività, possano portare altri a fare lo stesso. Ma senza un vero cambio di cultura non potremo fare molto».