ยซQuando finirร la mia avventura da responsabile tecnico nazionale del ciclocross, voglio costruire la prima squadra pro’ italiana della specialitร ยป.
Lโaffermazione di Fausto Scotti arriva nella chiacchierata come il montante di un pugile, ci vuole un poโ di tempo per metabolizzarla, per andare piรน a fondo. Possibile che in Italia non sia mai esistita una squadra professionistica? Eppure il movimento nazionale รจ uno dei piรน antichi, lโalbo dโoro dei tricolori affonda nellโAnteguerra, i numeri sono a nostro favore anche in confronto a quella che รจ considerata la Patria del ciclocross, il Belgio.
Longo e la Salvarani
Ad aiutarci a far luce sul passato per proiettarsi verso il presente รจ Vito Di Tano, due volte campione del mondo fra i dilettanti nel 1979 e 1986.
ยซUna squadra pro’ che si dedicasse solamente al ciclocross – dice – come avviene in Belgio, non cโรจ mai stata. Cโerano squadre professionistiche della strada che guardavano con favore al ciclocross. Longo ad esempio correva per la Salvarani, che non gli chiedeva quasi nulla per la strada, lasciandolo preparare per i suoi obiettivi. Lo stesso dicasi, nella mia epoca, per Paccagnella, tesserato con lโAmore e Vita. In questo contesto non si puรฒ comunque dimenticare quanto Guerciotti sta facendo da oltre 50 anni. Giร ai miei tempi cโera il suo team che seguiva tutta lโattivitร ed รจ cosรฌ anche adessoยป.
Eccezione Belgio
Dโaccordo, ma non รจ la stessa cosa della Pauwels Sauzen di Iserbyt e Vanthourenhout o della Baloise Trek Lions dei fratelli Aerts.
ยซScherziamo? Significa paragonare una squadra continental – dice – a quelle del World Tourโฆ La differenza รจ dalla notte al giorno. Lรฌ si vive di ciclocross, cโรจ unโimmagine, cโรจ un indotto in ogni gara che si riversa sui team permettendo loro di garantire contratti importanti. Anche ora che manca il pubblico, grazie ai contratti televisiviยป.
Arzuffi racconta
Chi ha vissuto e vive sulla propria pelle la differenza รจ Alice Maria Arzuffi, che nel 2017 si รจ trasferita armi e bagagli in Belgio per approdare al Team 777 (la neo campionessa italiana di ciclocross รจ ritratta nella foto di apertura).
ยซVenivo dalla Guerciotti – dice – e il cambio รจ stato notevole, ma volevo assolutamente vivere della mia passione, il ciclocross. E non potevo fare altrimenti. Rispetto a quel che si pensa, le differenze ci sono ma vanno un poโ interpretate. La principale รจ che la squadra ti supporta in tutto e per tutto dal punto di vista economico, ma devi cavartela da solo. Ognuno ha il suo camper, ha il suo meccanico stipendiato dalla societร e il preparatore che deve pagarsi in proprio. Io ho la fortuna di avere i miei genitori che gestiscono tutta la logistica, poi ci sono il meccanico Danny e sua moglie Brenda che mi aiuta in tutte le piccole cose della quotidianitร , come le iscrizioni e via dicendo. Bisogna anche considerare un fatto: il Belgio รจ un Paese piccolo, nella maggior parte dei casi si parte la domenica mattina con il camper e alla sera si รจ giร a casaยป.
Un’altro clima
Detto cosรฌ, sembra che non sia un idillio. ยซIl vantaggio รจ quello economico – spiega Alice – ma devo dire che lโatmosfera che si respira da noi รจ diversa. Cโรจ piรน comunanza, si รจ piรน squadra nel vero senso della parola. Quelli in Belgio e Olanda sono piccoli gruppi che fanno parte dello stesso team, anche se poi dal punto di vista umano il legame cโรจ: con le altre siamo molto amiche. Gareggiando lรฌ perรฒ si ha forte la sensazione che stai facendo qualcosa di diverso da quello a cui eri abituata e questo ti fa digerire anche un poโ di solitudine che ogni tanto si affacciaยป.
Due mondi diversi ma vicini, quello professionistico belga e quello semiproโ italiano. Forse non ci vorrebbe neanche tanto a unirli, il problema รจ sempre e solo quello economico. Ma se si trovassero i fondi, mettendoci la nostra passione, le emozioni, la tecnica, il successo del team e la crescita di autentici talenti sarebbe pressochรฉ scontataโฆ