«Passare là in mezzo – diceva Alessandro Amadio, massaggiatore della Cofidis, facendo il pieno alle porte di Ascoli Piceno durante la sesta tappa del Giro – fa sempre male al cuore».
Già, là in mezzo. Ma chi l’ha visto davvero, da casa, che cosa ci fosse là in mezzo? E De Marchi (foto di apertura di Francesco Riti) si è accorto di quei muri squarciati? Al maltempo, che ha certamente impedito di mostrare a dovere le bellezze dei Sibillini, si è aggiunta infatti la singolare coincidenza di immagini non mostrate, per quale motivo non si è ben capito (difficile che gli operatori non si siano accorti di nulla). Sta di fatto che già nella sera della sesta tappa del Giro d’Italia, quella vinta da Mader a San Giacomo, sui forum e sui social di chi ha vissuto e fatto le spese del terremoto del 2016 è iniziato un aspro tam tam per le immagini non mostrate.
Paesi fantasma
Che cosa non si sarebbe visto? La condizione disastrosa dei paesi rasi al suolo dal sisma e non ancora ricostruiti.
Il passaggio del Giro d’Italia è spesso l’occasione per raccontare la meraviglia dei luoghi, ma poteva essere l’occasione di sottolineare lo stato di persistente emergenza. Noi però c’eravamo, ed essendo originari di quelle stesse zone e avendole molto a cuore, come forse qualcuno saprà, abbiamo documentato con una piccola videocamera e con l’aiuto del drone di Francesco Riti i paesaggi attraverso cui si è mossa la tappa.
Per il passaggio del Giro, fumogeni da quel che resta di Arquata del Tronto Dal centro di Pretare sono state portate via le macerie, resta solo un gran silenzio Il senso dell’abbandono è palpabile La corsa si è infilata in mezzo a quel che resta di paesi inesistenti Dopo lo sgomento iniziale, chi passa e non conosce, neanche più guarda La chiesa di Piedilama, in fondo si vede il cielo
Il peso dell’indifferenza
Questo video, montato con grande sensibilità da Federica Paglia, serve per mostrare a chi non se ne sia reso pienamente conto in quale scenario si è mossa la corsa.
Alla partenza da L’Aquila, 12 anni dopo il terremoto del 2009, si è parlato molto di come la città sia rinata. Nelle zone dei Monti Sibillini ancora non si può neppure parlare di ricostruzione. In un modo o nell’altro il Giro d’Italia porti la voce di queste persone, che dopo la distruzione continuano a sperimentare l’indifferenza.