Tra delusione e stimoli, i pensieri estivi di Formolo

04.06.2021
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Per la prima volta scopriamo la delusione in Davide Formolo. Il veronese non nega che il suo Giro d’Italia non sia andato come sperava. «Ma ho il sole nella testa io», per fortuna la battuta non l’ha persa.

Davide è a Livigno, è andato in altura praticamente subito dopo l’arrivo di Milano. Almeno con lui ci sono la moglie Mirna e la figlia Chloe. Ma è stato un vero tour de force il suo post Giro. Finita la corsa rosa, il lunedì sera era a Roma per le visite mediche in ottica Olimpiadi, la mattina dopo è ripartito e poi ha raggiunto la località alpina.

La delusione del Giro è alle spalle, ora Formolo si gode la famiglia e già pensa al Tour
La delusione del Giro è alle spalle, ora Formolo si gode la famiglia e già pensa al Tour
Davide, che voto dai al tuo Giro?

Eh – esclama laconico Formolo – che dire: un Giro un po’ anonimo. E’ difficile essere contenti di risultati così. Fino a Montalcino ero in classifica, poi quel giorno ho perso del tempo e per alcune tappe siamo stati indecisi se insistere sul fare classifica o se andare direttamente alla ricerca di una tappa. Quando poi mi sono deciso per le tappe non è più arrivata una fuga. E’ una bella mazzata a livello morale. Ma come si dice: ho perso una battaglia.

Però è una battaglia grossa… Metti definitivamente una pietra sopra sulla classifica generale?

E’ certo che questa per me era un po’ l’ultima spiaggia per provare a fare classifica e nel futuro immagino che sicuramente non partirò con questo obiettivo.

In effetti eri in un limbo…

Ho cercato di prendere delle fughe. Ma sono andate via quella della tappa dello Zoncolan e quella di Bagno di Romagna qualche giorno prima. Quel giorno ci ho provato, ma non mi hanno lasciato spazio più di tanto. Ero in una situazione scomoda: ero lontano in classifica, ma vicino per essere lasciato andare. In più c’è da considerare che in questo Giro solo la fuga di Cortina è andata via “di gambe”, per dire che se non volevano lasciarti andare, non scappavi. Quel giorno invece c’era un Gpm di prima categoria in partenza e si è riusciti ad andare.

Se tornassi indietro cosa cambieresti?

Uscirei prima di classifica. Fino alle ultime due tappe il decimo posto era lì a portata di mano. Dan Martin ha fatto decimo ad un quarto d’ora, ma in ogni caso quello non sarebbe stato l’obiettivo. Troppo poco. Mi sarei aspettato di più.

La grinta di “Roccia” non è mai mancata, neanche nei momenti più difficili
La grinta di “Roccia” non è mai mancata, neanche nei momenti più difficili
Qual era il tuo sogno?

Essere protagonista e vincere un tappone. L’unica tappa in cui sono riuscito ad andare in fuga è stata quella di Cortina che come ho detto è stata l’unica che è andata via di forza. Peccato che nel fondovalle l’Education First abbia tirato parecchio e siamo arrivati con poco vantaggio sul Giau. Ma a quel punto avevamo speso tanto. Dispiace perché non è che la gamba non girasse… Per fortuna che adesso arrivano nuove sfide.

A proposito di Giau, ma ti eri accorto che avevi il 53 su quella salita?

Bah, è rimasto lì! Sinceramente non ho pensato al rapporto. L’abbiamo imboccato con 50” sul gruppo e sapevo che se volevo arrivare dovevo dare il 200%, quindi l’ho preso come fosse uno strappo di due chilometri.

Nuove sfide hai detto: adesso cosa ti aspetta?

Adesso si va al Tour de France per Tadej (Pogacar, ndr). Prima però farò il campionato italiano il 20 giugno ad Imola.

Formolo in fuga verso Cortina d’Ampezzo con lui, tra gli altri, Nibali
Formolo in fuga verso Cortina d’Ampezzo con lui, tra gli altri, Nibali
Tirerai in salita, avrai licenza di staccarti nelle tappe di pianura?

Io devo esserci quando ci è bisogno, che sia pianura o salita. Con certi personaggi è un bel ruolo da svolgere, una bella responsabilità.

Come parti per la Francia? Sei più tranquillo rispetto al Giro in cui potevi correre da capitano o al contrario hai più pressione?

Guarda, Tadej più che un compagno è un amico e se vince lui è come se vincessi io e vista la posta in palio mi sento anche più teso per certi aspetti.

Come gestirai questo periodo in altura a Livigno?

Da qualche giorno e per un totale di cinque giorni non tocco la bici, riposo totale. L’ho già fatto dopo la Sanremo e mi sono trovato bene. Poi dalla prossima settimana inizierò a fare qualcosa. Principalmente farò ore di sella, mentre l’ultima settimana farò qualcosa in più. Nel ciclismo moderno senti preparatori che dicono che i 40”-20” fanno bene, altri che fanno male, che è meglio fare la soglia altri che invece dicono sia meglio fare allenamenti lenti… Ma su una cosa sono tutti d’accordo: il recupero in altura fa bene. Quindi mi godo al massimo questo momento insieme alla mia famiglia.