Copertoncino e camera d’aria scelta “obbligata”

27.10.2020
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Nella cronometro finale del Giro d’Italia è emerso che Filippo Ganna ha usato dei copertoncini con camera d”aria. Un qualcosa che farebbe “inorridire” molti amatori. Quando ci sono di mezzo scorrevolezza e peso ecco che si parla di tubolari e ultimamente anche di tubeless. E invece il nostro “Pippo nazionale” ha demolito tutti con questo setup.

Lo conferma anche il meccanico della Ineos, Matteo Cornacchione, che lo segue sin dai tempi della UAE e conosce bene il campione piemontese.

Matteo Cornacchione
Matteo Cornacchione, meccanico della Ineos-Grenadiers
Matteo Cornacchione, meccanico della Ineos-Grenadiers

«Vero, Ganna a Milano ha utilizzato il copertoncino (Continental Gran Prix TT da 23 millimetri, ndr) e la camera d’aria – spiega il meccanico faentino – ma non solo ieri. Lo ha fatto anche nelle crono precedenti, persino al mondiale e prima ancora alla Tirreno e al campionato italiano. Il copertoncino utilizzato era proprio lo stesso. Non a caso su quello posteriore c’era un segno. Nella discesa velocissima da Monreale Pippo ha dato una “pinzata” violenta e per un istante ha bloccato la posteriore. Ciò nonostante ha voluto tenerli entrambi. La camera utilizzata era in lattice».

Spazi ridotti all’osso. La copertura di Pippo: Continental Gran Prix TT da 23 millimetri
Per Pippo Continental Gran Prix TT da 23 millimetri

Una scelta ponderata

Ma andiamo con ordine. L’idea di utilizzare il copertoncino e la camera d’aria è frutto di un lungo lavoro e di test effettuati su pista e in galleria del vento. Come del resto avviene per ogni materiale in casa Ineos-Grenadiers. Test e sviluppo che impiegano mesi prima di trovare riscontro effettivo in gara. Ma in questo caso c’è anche un pizzico di “fatalità”, se così si può dire.

Tempo fa, l’ex pro’ e ora triatleta, Cameron Wurf ha proposto delle ruote a Dario David Cioni. Lui che è maniacale le ha testate e alla fine le ha date a Ganna e gliele ha fatte usare. Il tutto ormai a pochi giorni dal campionato italiano a crono. Pippo ci si è trovato bene sin da subito.

Queste famose ruote si chiamano Princeton e sono solo per copertoncino o tubeless. In casa Ineos non hanno voluto il tubeless perché secondo loro è una tecnologia non ancora al top. Per questo Pippo ha utilizzato il classico set: copertoncino + camera.

La ruota posteriore lenticolare Princeton Blur
La ruota posteriore lenticolare Princeton Blur

Test su ogni particolare 

«Hanno più chilometri di test quelle ruote che tutte le altre che abbiamo messe insieme!», scherza Matteo. Va detto che in Ineos hanno un contratto particolare con Shimano. Il colosso giapponese li lascia liberi di usare altri materiali a loro spese nel caso decidano di optare per alcuni componenti diversi. E così da anni utilizzano anche Lightweight.

«Il problema – riprende Cornacchione – è che non sapevamo che pressioni utilizzare. Pippo ha fatto qualche prova a casa, ma i corridori si sa danno una pompata e via. Quindi nelle ricognizioni pre-gara siamo partiti dai nostri riferimenti su strada. Lì usiamo i tubolari. Per ogni corridore abbiamo delle tabelle in base a fondo asciutto o bagnato e se ruote Shimano o Lightweight. Alla fine vista la scorrevolezza e la rigidità delle Princeton abbiamo abbassato i parametri. Per dare un’idea le ruote di Pippo nella crono erano a 7,4 bar all’anteriore e 7,7 al posteriore, quasi sgonfie!».

“Spionaggio” industriale

I risultati e i test con queste ruote fanno sorridere la Ineos-Grenadiers. Si pensa così di arrivare non più a delle ruote comprate ma ad una produzione esclusiva per il team sir Brailsford. 

Non le hanno tutti. Solo gli specialisti e gli uomini di classifica usano le Princeton. E vien da ridere quando Matteo Cornacchione dice che quelle di Ganna le tenevano “nascoste” prima che iniziasse il Tour, perché se fossero rimaste sui camion rischiavano di finire nei magazzini ed essere dirottate in Francia o in qualche altra gara.

«Conta moltissimo la ruota in una cronometro e i test che facciamo sono tutti mirati. Non è detto che questo set che utilizziamo sulla Pinarello Bolide sia altrettanto performante su un’altra bici. Noi proviamo tutto il pacchetto, persino i body Castelli. In tanti hanno cercato di capire che ruote fossero. Somigliano molto alle Vision. Persino i loro tecnici sono venuti a chiederci se fossero o meno le loro».

La ruota anteriore Princeton Wake 6560
La ruota anteriore Princeton Wake 6560

Per il mondiale era già arrivata un’evoluzione con un mozzo leggermente più leggero, ma Pippo (e Cioni che lo ha preso sotto la sua ala in tutto e per tutto) ha preferito non toccare nulla. E lo stesso hanno fatto con le pressioni, importantissime secondo Cornacchione.

«Imola, Palermo, Valdobbiadene e Milano, sempre le stesse. A Milano nel finale c’era qualche curva insidiosa, però se in ricognizione il corridore non ha detto nulla, perché mettergli in testa dei tarli? Inoltre Pippo oltre a guidare bene è anche un ragazzone e semmai il discorso della pressione è molto più delicato per un peso leggero».

Quindi lenticolare Princeton Blur 633 al posteriore e Princeton Wake-6560 all’anteriore: profilo 60 millimetri tra i raggi, 65 millimetri in corrispondenza delle niplles. E Continental Gran Prix TT: così Pippo ha distrutto gli avversari negli ultimi mesi.